Hamas accetta uno Stato palestinese entro i confini del 1967. Ma Israele: ​«Fumo negli occhi»

Khaled Mashaal
Hamas, l'organizzazione palestinese al potere nella Striscia di Gaza, ha approvato una modifica del suo programma politico e ha accettato la creazione di uno Stato palestinese...

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Hamas, l'organizzazione palestinese al potere nella Striscia di Gaza, ha approvato una modifica del suo programma politico e ha accettato la creazione di uno Stato palestinese entro i confini del 1967. Lo riporta al Jazeera, precisando che nel documento Hamas non riconosce lo Stato di Israele. Nello stesso testo - aggiunge l'Ap - Hamas prende le distanze dai Fratelli musulmani, proclamandosi un movimento islamico indipendente.


La decisione, presa per la prima volta nella storia da Hamas che sta cercando di rompere il proprio isolamento internazionale, è stata resa nota oggi a Doha in Qatar, da Khaled Meshaal, leader della fazione islamica in esilio. «Senza compromettere il suo rifiuto dell'entità sionista Hamas considera l'istituzione di uno Stato palestinese totalmente sovrano e indipendente, con Gerusalemme come capitale lungo la linea del 4 giugno 1967, con il ritorno dei rifugiati e degli sfollati nelle loro case da cui sono stati espulsi, come una formula di consenso nazionale», si legge nel documento.

Al Jazeera aggiunge che nel documento Hamas non rinuncia al suo obiettivo di «liberare tutta la Palestina» e chiarisce che la sua lotta è contro il «progetto sionista», non è contro la religione dell'ebraismo, distinguendo in questo modo tra gli ebrei che credono nell'ebraismo e gli israeliani sionisti che occupano le terre palestinesi. L'approvazione del documento è giunta poco prima che in Israele si aprissero le celebrazioni per il 69esimo anniversario della nascita dello Stato ebraico.

Israele ha rigettato la dichiarazione di Hamas e l'ha definita «fumo negli occhi», precisando che l'organizzazione palestinese al potere nella Striscia di Gaza continua a perseguire il suo obiettivo che è la distruzione di Israele. Lo ha reso noto l'ufficio del premier Benyamin Netanyahu, citato dai media israeliani
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Il Mattino