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NEW YORK – «Ho perso per colpa dell’Fbi e della Russia»: Hillary Clinton torna sul palcoscenico, in una lunga intervista live in tv, e punta un dito accusatore contro James Comey, il direttore del Bureau. La ex candidata presidenziale ricorda che il 28 ottobre, quando i sondaggi la davano nettamente avanti, Comey dichiarò che era stata riaperta l’inchiesta sulle sue mail. Quell’inchiesta fu poi chiusa in pochi giorni, perché nelle mail non era stato trovato nulla di illegale. Ma l’effetto sulla figura di Hillary fu devastante: «Coloro che volevano votare per me, ma erano incerti, hanno provato nuovi dubbi, e non mi hanno votato. Ma se si fosse votato il 27 ottobre, ora sarei il vostro presidente», ha detto la signora, che veniva intervistata dalla giornalista Christiane Amanpour, nel corso di un summit dedicato alle donne nei Paesi in guerra.
Hillary ha raccontato che sta scrivendo un libro che uscirà in ottobre, proprio per ricostruire la campagna. Ha definito il lavoro di scavo e ricostruzione “molto difficile”. Ha negato di voler occuparsi di politica professionalmente ma ha insistito che lo farà come “cittadina-attivista, come parte della resistenza”. La “resistenza” è il nome che il movimento anti-trump ha adottato in questi ultimi mesi.
L'ex segretario di Stato, che ha fatto dell’ironia sui tweet di Trump, ha ammesso di avere commesso lei stessa dei gravi errori nella gestione della campagna: «O mio Dio, lo confesso, ho sbagliato tante volte». Ma è stata categorica nel dare alle interferenze dei russi attraverso wikileaks e alla lettera di Comey la colpa del suo tracollo. In più, ha aggiunto, c’è stata anche una dose di misoginia e antifemminismo.
Gli analisti che hanno commentato il suo intervento si sono detti unanimi nel trovarla “onesta, diretta, sincera”, come raramente lo è stato nel passato. Tuttavia hanno anche notato che nell’ammettere gli errori, Hillary non ha mai citato i tre Stati che l’hanno affossata – Michigan, Wisconsin e Pennsylvania. Il giornalista della Cnn, David Chilian, che l’aveva seguita per tutta la campagna, ha ricordato che il marito Bill le aveva ripetuto varie volte che doveva curare di più gli Stati dove la disoccupazione fra gli uomini bianchi era cresciuta, ma che lei era sembrata ostinata nell’ignorarli.
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Il Mattino