«Non conosco la dottoressa Roberta Tattini, ma dice cose non vere sul mio conto. Come potevo incontrare il boss se quel giorno ero al matrimonio di Bonucci con Marchisio e tutto...
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Si difende così in tribunale l'ex attaccante Vincenzo Iaquinta, imputato insieme al padre nel processo 'Aemilia'. I due Iaquinta, assistiti da Carlo Taormina, hanno risposto alle domande del gup. L'ex calciatore della Juve è accusato di violazioni delle leggi sulle armi, ma ha ribadito di essere completamente estraneo ai fatti.
Secondo le accuse, Vincenzo Iaquinta e il padre avrebbero incontrato, il 19 giugno 2011, giorno successivo al matrimonio di Leonardo Bonucci, la Tattini e il boss Romolo Villirillo, per discutere di un presunto riciclaggio di denaro per circa 250 mila euro da far gestire a Iaquinta Sr. L'incontro sarebbe avvenuto nel primo pomeriggio, alle 15.30 circa.
Vincenzo Iaquinta e Carlo Taormina insistono, però, che il calciatore arrivò a Reggiolo, dove vive la famiglia, solo intorno alle 17 di quel giorno. La Tattini, però, avrebbe consegnato agli inquirenti un cellulare che conterrebbe foto dell'incontro con Iaquinta presente. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino