Il grido della Fidae Campania: «Scuole paritarie invisibili al governo»

Il grido della Fidae Campania: «Scuole paritarie invisibili al governo»
«Molte scuole paritarie, specialmente al sud, dove le scuole cattoliche accolgono tantissimi bambini di famiglie disagiate, rischiano seriamente un tracollo finanziario. Le...

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«Molte scuole paritarie, specialmente al sud, dove le scuole cattoliche accolgono tantissimi bambini di famiglie disagiate, rischiano seriamente un tracollo finanziario. Le 13mila paritarie presenti in tutta Italia fanno parte del sistema pubblico nazionale dell’istruzione, sono garanzia di pluralità dell’offerta formativa e nello stesso tempo permettono allo Stato di risparmiare ogni anno circa 6 miliardi di euro grazie all’accoglienza assicurata a 866mila alunni e ai 100mila posti di lavoro tra personale docente ed amministrativo. Eravamo già in sofferenza, l’emergenza Coronavirus ci ha messo completamente in ginocchio. Nel decreto Rilancio emerge un dato inequivocabile: il nostro settore è diventato invisibile. Se per le scuole statali si prevedono risorse straordinarie, per le paritarie non statali dell’infanzia, primaria e secondaria, si prevedono risorse ridicole. Auspichiamo che il Parlamento, in fase di conversione in legge del decreto, sappia tenere nella giusta considerazione i diritti delle persone».

 
È l’allarme che arriva dalla Fidae Campania, la Federazione Italiana delle Attività Educative, che oggi e domani aderisce alla due giorni di sciopero promossa da Usmi Unione Superiori Maggiori d’Italia e CISM (Conferenza Italiana Superiori Maggiori).
 

«Ringraziamo anche la CEI per l’attenzione dimostrata ieri. Allo Stato chiediamo un Fondo straordinario per le scuole paritarie per colmare i già pesanti disavanzi, aggravati dall’interruzione di rette e contributi privati per la sospensione delle attività didattiche. Che sia un fondo certo e adeguato, non simbolico. Ormai sono rimasti pochi giorni per recuperare in Parlamento. Per le stesse ragioni, chiediamo anche che dal prossimo anno il fondo ordinario sia adeguatamente implementato. Occorrono, inoltre, la detraibilità integrale delle rette pagate dalle famiglie per la frequenza scolastica e per i servizi educativi; l’accesso ai fondi previsti per le piattaforme didattiche a distanza e l’azzeramento delle imposte e i tributi locali», conclude la nota. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino