Ilaria Salis, negati i domiciliari: di nuovo in aula in manette. Il giudice: «Non sono tanti 13 mesi di carcere cautelare». Prossima udienza il 24 maggio

Ilaria Salis, negati i domiciliari alla docente italiana in carcere a Budapest. Il giudice ungherese Jozsef Sòs ha stabilito che la 39enne dovrà rimanere ancora...

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Il giudice ungherese: 13 mesi di detenzione cautelare non sono tanti

Il giudice ungherese Jozsef Sós, nella motivazione dell'ordinanza con la quale ha respinto oggi a Budapest l'istanza per gli arresti domiciliari di Ilaria Salis presentata dalla difesa, ha detto che una detenzione cautelare di 13 mesi (l'attivista è in carcere dal febbraio 2023) «non è tanto lunga vista la gravità dei reati, stabiliti dalla Procura», e che «il pericolo di fuga sussiste sempre», per cui è necessaria la custodia in carcere.

Corte Milano: Gabriele Marchesi torna libero

Torna libero Gabriele Marchesi, il coindagato di Ilaria Salis che era ai domiciliari da fine novembre. Lo ha deciso la Corte d'Appello di Milano, che ha respinto la richiesta dell'Ungheria di consegnare il 23enne, il quale era strato arrestato nel capoluogo lombardo sulla base di un mandato di arresto europeo.

 

Il giudice: condizioni in carcere migliorate

Un tribunale di Budapest ha «respinto la richiesta di Ilaria Salis» degli arresti domiciliari perché «ritiene giustificato il mantenimento della custodia cautelare». È quanto riporta il quotidiano ungherese Magyar Nemzet, rendendo noto che la nuova udienza si terrà il prossimo 24 maggio. Il giornale aggiunge che secondo il ragionamento del giudice «non possono dirsi eccessivi» 13 mesi di detenzione «nel caso di un reato di questa gravità». Il giudice ha anche affermato che «negli ultimi due mesi le sue condizioni personali in carcere sono migliorate», riporta ancora il giornale conservatore. 

Schlein: schiaffo irricevibile, Meloni reagisca subito

«Ilaria Salis resterà in carcere a Budapest. Dopo essere stata portata ancora una volta in Aula catene ai polsi, alle caviglie e guinzaglio, oggi i giudici ungheresi hanno deciso anche di negarle gli arresti domiciliari. Uno schiaffo irricevibile ai diritti di una persona detenuta, di una nostra connazionale. Ci aspettiamo che il governo di Giorgia Meloni reagisca, subito.» Lo afferma la segretaria del Pd Elly Schlein.

Roberto Salis: il governo faccia esame di coscienza

«I nostri ministri non hanno fatto una bella figura e il governo italiano dovrebbe fare un esame di coscienza»: è quanto ha detto Roberto Salis, il padre di Ilaria, a cui oggi sono stati negati i domiciliari in Ungheria. «Le catene non dipendono dal giudice ma dal sistema carcerario e quindi esecutivo e il governo italiano può e deve fare qualcosa perché mia figlia non sia trattata come un cane» ha aggiunto.

Roberto Salis: ennesima prova di forza del governo ungherese

La decisione di respingere i domiciliari per Ilaria Salis è stata «l'ennesima prova di forza del governo Orban»: così ha detto Roberto Salis, il padre della donna in carcere da oltre un anno in Ungheria. «Un pò me lo aspettavo - ha aggiunto - Ilaria qui è considerata un grande pericolo».

L'autorizzazione alla pubblicazione delle foto in manette

Manette ai polsi, ceppi e catene alle caviglie e una catena tirata da un agente come un guinzaglio esattamente come accaduto nell'udienza del 29 gennaio. È entrata così in aula Ilaria Salis, la 39enne docente milanese da 13 mesi in carcere a Budapest con l'accusa di aver aggredito tre militanti di estrema destra. Ilaria Salis ha autorizzato la pubblicazione delle foto che la ritraggono in manette con uno scritto a penna su un foglio a righe, datato 28 marzo 2027: "Io sottoscritta Ilaria Salis, nata a Milano il 17 giugno 1984, autorizzo la stampa italiana a pubblicare immagini che mi ritraggono in manette e tutte le catene che eventualmente decideranno di mettermi in occasione dell'udienza del 28 marzo 2024".

Legali: manette in aula misura sproporzionata

Ilaria Salis entra in catene in aula a Budapest, e per i difensori italiani, gli avvocati Mauro Straini ed Eugenio Losco (presente in aula), si tratta di »una misura all'evidenza sproporzionata, lesiva della dignità umana e della presunzione di innocenza« commentano all'Adnkronos. L'insegnante 39enne di Monza, detenuta nel carcere ungherese, è accusata di presunte violenze commesse nel corso di una manifestazione neonazista nella capitale ungherese l'11 febbraio 2023. L'avvocato Straini è rimasto a Milano perché, alle ore 13, è prevista l'udienza per decidere della consegna di Gabriele Marchesi, il giovane militante antifascista, accusato dello stesso reato di Ilaria Salis.

Negati i domiciliari

Ilaria Salis resta in cella: il tribunale di Budapest ha respinto infatti la richiesta di passare ai domiciliari in Ungheria presentata dai legali della trentanovenne in carcere da 13 mesi con l'accusa di aver aggredito due esponenti di estrema destra. «Le circostanze non sono cambiate», ha detto il giudice Jozsef Sós aggiungendo che «esiste sempre il pericolo di fuga». Roberto Salis, il padre di Ilaria, è uscito dall'aula subito dopo che il giudice ha reso nota la sua decisione. 

Tajani: non politicizzare, mi auguro venga assolta

«Mi auguro che Ilaria Salis possa essere assolta... oggi era in aula nuovamente in manette e catene, certamente non è un bel modo dato che non c'è pericolo di fuga, ma esiterei a politicizzare». Lo ha detto a 'Start' Sky Tg24 il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. «A me preoccupa la cittadina Salis, non mi interessa di che partito è - ha aggiunto - Come ministro, mi auguro che siano rispettate le regole durante la detenzione. Ma lo scontro politico non favorisce la signora Salis».

Ritardi per problemi tecnici, non saranno ascoltati i testimoni

Per problemi tecnici, si sono allungati i tempi nel processo in corso a Budapest nei confronti di Ilaria Salis e il giudice Jozsef Sòs ha quindi deciso di non ascoltare una delle vittime e i due testimoni previsti per oggi. Si passerà quindi solo ad ascoltare Ilaria Salis e poi alla decisione sulla richiesta dei domiciliari. È stata fissata inoltre al 24 maggio la prossima udienza.

Tajani: "Salis candidata? Politicizzare il caso non aiuta"

«Io mi auguro che la signora Salis possa essere assolta, ho visto che oggi è stata portata in aula ancora in manette e catene ma pare che poi gliele hanno tolte. Non è un bel modo, non mi pare ci sia pericolo di fuga. Detto questo eviterei di politicizzare il caso se no si rischia lo scontro». Così il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani mentre è in corso a Budapest l'udienza per la cittadina italiana. «A me preoccupa la cittadina Salis - dice Tajani - non mi interessa se poi vogliono candidarla ma se si deve trasformare il processo in scontro politico lo scontro politico non favorisce la signora Salis».

Ilaria Salis in aula in manette

Manette ai polsi, ceppi e catene alle caviglie e una catena tirata da un agente come un guinzaglio esattamente come accaduto nell'udienza del 29 gennaio. È entrata così in aula Ilaria Salis, la 39enne docente milanese da 13 mesi in carcere a Budapest con l'accusa di aver aggredito tre militanti di estrema destra.

Minacce ad amici e legali a Budapest

«Stai zitto o ti spacco la testa»: è quanto un gruppo di pochi estremisti di destra ha detto al gruppo composto dai legali e amici di Ilaria Salis al loro arrivo al tribunale di Budapest, dove oggi è prevista la seconda udienza del processo per l'attivista milanese.«Ci aspettavano e ci hanno insultato e minacciato in ungherese,» ha detto l'avvocato Eugenio Losco.

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Il Mattino