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Due ergastoli, uno per ciascun imputato. Ovvero l'ex marito della donna barbaramente uccisa, il meccanico 55enne Claudio Nanni inquadrato dall'accusa quale mandante del delitto. E il 54enne Pierluigi Barbieri, alias lo Zingaro o Furia, originario di Cervia (Ravenna) ma negli ultimi tempi domiciliato a Rubiera (Reggio Emilia) e sicario reo confesso. Così, dopo tre ore e mezza di camera di consiglio, nel primo pomeriggio ha deciso la Corte d'Assise di Ravenna per l'omicidio di Ilenia Fabbri, la 46enne sgozzata il 6 febbraio del 2021 nel suo appartamento di via Corbara a Faenza, nel Ravennate.
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Risarcimento da 2 milioni alla figlia Arianna
La Corte, presieduta dal giudice Michele Leoni, ha anche disposto l'affissione della sentenza nel Comune faentino e ha condannato gli imputati a risarcire in solido alla figlia Arianna di Nanni e della Fabbri - parte civile con l'avvocato Veronica Valeriani - con due milioni di euro di danni. Per le altri parti civili - tra cui padre, zia e fidanzato della defunta, Comune di Faenza e associazioni Sos Donna, Udi e Gens Nova - la quantificazione del risarcimento è stata demandata ad apposita sede.
Le indagini
Secondo le indagini della polizia - squadra Mobile di Ravenna, Sco di Roma e Commissariato di Faenza - coordinate dai Pm Daniele Barberini e Angela Scorza, si trattava solo di un alibi costruito ad arte da Nanni per consentire a Barbieri di avere campo libero. In realtà quella notte l'allora fidanzata di Arianna - una coetanea di Imola (Bologna) - era rimasta nell'abitazione dopo avere festeggiato l'anniversario, potendo così subito lanciare l'allarme e facendo in parte saltare i piani. Lo Zingaro, nel corso di due dettagliate confessioni confermate anche in aula durante il processo, dopo l'arresto aveva precisato che i tentativi di uccidere la donna erano stati altri due; che lei sarebbe dovuta sparire in una buca scavata vicino a casa dall'ex marito, e ritrovata dagli agenti su indicazione del 54enne; e che a lui erano stati promessi 20mila euro più un'auto usata, beni mai ricevuti. Nanni ha invece sempre negato l'omicidio spiegando di avere consegnato 2.000 euro a Barbieri, copia delle chiavi della casa e istruzioni su come muoversi là dentro, ma solo per spaventare la ex e indurla così a smettere con le sue pretese economiche. Per la Procura il movente è stato economico: la donna, dopo avere ottenuto dal Tribunale l'assegnazione della casa coniugale del valore di 300mila euro - poi diventata scena del crimine - aveva citato l'ex marito in una causa di lavoro da 500mila euro per i salari non ricevuti per la sua attività nell'impresa di famiglia, l'officina di Nanni; e per la gelateria di famiglia venduta a sua insaputa. L'udienza si sarebbe dovuta tenere il 26 febbraio, cioè a venti giorni dall'omicidio.
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Il Mattino