Il sospetto che Imane Fadil, una delle testimoni chiave del processo Ruby, sia stata uccisa da sostanze radioattive è stato cancellato. Infatti dagli esiti dei primi esami...
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Imane Fadil ai parenti: «Ecco chi ha cenato con me prima del ricovero»
Imane Fadil, i pm: avvelenamento o malattia sullo stesso piano. Decisiva l'autopsia
Imane Fadil, il procuratore: «Nel suo sangue valori anomali»
Autopsia attesa per i prossimi giorni, forse già sabato e che dovrà accertare se invece la morte della giovane sia stata causata da un avvelenamento da metalli.
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Si cercherà di accertare se i metalli, tra cui il cadmio, il cobalto e l'antimonio, rintracciati in percentuali di parecchio al di sopra della norma nelle urine e nel sangue di Imane Fadil, siano stati letali. Si tenterà, in particolare, di stabilire, non solo in che modo sono stati accumulati nel suo organismo e da quale 'fontè, ma anche quale fosse il loro valore 'originariò, se così si può dire, cioè precedente alle molte trasfusioni a cui era stata sottoposta in ospedale la modella che già un paio di settimane prima di morire aveva rivelato a medici, amici e avvocato, di temere di essere stata «avvelenata».
Dunque i pm andranno avanti per questa strada senza escludere, però, anche quella della malattia rara, autoimmune, che i medici non sarebbero riusciti a diagnosticare e che nel giro di poco tempo avrebbe aggredito midollo e causato il progressivo decadimento degli organi della 34enne. Alla notizia dell'assenza di sostanze radioattive anche il legale della modella e dei suoi parenti, l'avvocato Paolo Sevesi, è apparso più sollevato. E al termine di un colloquio con i pm ha commentato: «È meglio per tutti, per Imane e per la sua famiglia. Alla fine vuol dire che in giro c'è un cattivo in meno». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino