È possibile immatricolarsi in Medicina e Odontoiatria senza aver superato il test d’ingresso, se si proviene da altri corsi di laurea dell’area sanitaria. A...
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La vicenda – come hanno raccontato i due avvocati – inizia con il ricorso di una studentessa iscritta al III anno del corso di laurea magistrale in Chimica e Tecnologia farmaceutiche – Facoltà di Farmacia che aveva aderito all’azione legale per richiedere il passaggio a Medicina. Lo studio legale, lo scorso ottobre, a ridosso delle immatricolazioni, avevano fatto una scoperta straordinaria, ovvero che in tutte le università italiane erano rimasti vacanti, perché non assegnati, ben 7mila posti che erano dunque disponibili per anni successivi al primo.
«Analizzando alcuni documenti ministeriali che avevamo richiesto per altre azioni legali riguardanti il numero chiuso e l’effettiva disponibilità degli atenei – raccontano gli avvocati Francesco Leone e Simona Fell – abbiamo scoperto che restavano vacanti, perché non assegnati, un numero elevatissimo di posti. Vista la carenza di personale medico e l’allarme lanciato da ordine e sindacato sul numero insufficiente di medici e sulla carenza di posti nelle varie scuole, ci è sembrato davvero assurdo che tutti questi posti andassero perduti. E così, per offrire un’opportunità in più agli studenti, il cui sogno è quello di diventare medico, abbiamo studiato il modo di rendere di nuovo disponibili quei posti».
A seguito di tale scoperta, infatti, lo studio legale aveva deciso di contattare gli atenei per capire l’effettiva disponibilità di posti. E dopo la conferma delle varie università, oggi anche la conferma dei giudici del Tar che hanno dato il loro “nulla osta” per l’immatricolazione a Medicina e Odontoiatria per chi proviene da altri corsi di laurea di area sanitaria, senza però passare dai test d’ingresso.
Già in azioni precedenti, il Tar aveva affermato che «non è obbligatorio sostenere la prova di ammissione la quale è, invece, prevista per coloro che intendono immatricolarsi al primo anno, dato che tale prova è necessaria al fine di verificare l’attitudine degli aspiranti al relativo ciclo di studi».
«Tale principio – precisano gli avvocati – non può che essere valido soprattutto per coloro che sono iscritti in facoltà affini e desiderano immatricolarsi ad anni successivi al primo, la cui attitudine è già dimostrabile con il superamento delle materie previste dal piano di studi. Siamo lieti che i giudici amministrativi abbiano sostenuto le nostre tesi e ci abbiano consentito di tutelare quello che per noi è uno dei diritti fondamentali, ovvero il diritto allo studio».
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Il Mattino