Ha trascorso quattro lunghi anni tra il carcere di Poggioreale e Santa Maria Capua Vetere. Vittorio U., 40 anni, operaio in una officina del capoluogo ciociaro, era stato accusato...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
L’avvocato Francesco Galella difensore dell’operaio, in sede dibattimentale aveva sempre sostenuto che si era trattato di un clamoroso errore giudiziario e che il suo assistito non aveva mai avuto nulla a che fare con quel traffico di droga. Di avviso diverso l’accusa: il pubblico ministero aveva chiesto 24 anni di pena. Il giudice però alla luce degli elementi portati in aula si è pronunciato per l’assoluzione. Ma l’uomo aveva già trascorso in carcere quattro anni della sua vita. Così l’avvocato Galella aveva presentato una istanza per ingiusta detenzione.
Nei giorni scorsi i giudici dell’VIII sezione della Corte di Appello di Napoli, sezione specializzata per le richieste di riparazione da ingiusta detenzione, ossia per il risarcimento dei danni a chi ingiustamente patisce la custodia cautelare o il carcere definitivo, hanno accolto la richiesta dell’avvocato Galella disponendo un risarcimento per il meccanico frusinate pari a 352.079,16 euro. Questo denaro per l’uomo è arrivato come una manna dal cielo. Sposato e padre di tre figli, il 40enne per poter sbarcare il lunario era costretto ultimamente a svolgere piccoli lavori di officina.
È difficile per un ex detenuto, entrare di nuovo a far parte del mondo del lavoro. Nonostante l’assoluzione, c’è sempre da parte dei cittadini una certa diffidenza nei confronti di chi è finito tra le sbarre. Vittorio U. era stato accusato di essere il capo di una associazione a delinquere dedita al traffico di droga. Accuse pesanti per le quali, così come aveva richiesto il pubblico ministero si possono scontare oltre venti anni di carcere. Ma gli elementi raccolti hanno indotto i giudici a pronunciarsi per l’assoluzione. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino