Incendio ad un palazzo a Milano: dieci arresti e una verità choc

Incendio ad un palazzo a Milano: dieci arresti e una verità choc
L'incendio appiccato in via Adriano, a Milano, nel settembre scorso sarebbe stato eseguito per 'dare una lezione' agli occupanti abusivi della zona, bruciandone i...

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L'incendio appiccato in via Adriano, a Milano, nel settembre scorso sarebbe stato eseguito per 'dare una lezione' agli occupanti abusivi della zona, bruciandone i pagliericci e gli effetti personali. Questo, almeno, avrebbero dichiarato alcuni degli indagati per l'episodio. Nei giorni scorsi la Digos ha eseguito sei perquisizioni domiciliari a carico di sei persone indagate per aver appiccato incendi, lo scorso 4 settembre, ed utilizzato artifizi esplodenti all'interno di uno stabile abbandonato a Milano, in via Adriano angolo via Mulas, ed utilizzato da numerosi cittadini extracomunitari come rifugio e dormitorio.


Le testimonianze di alcuni cittadini che avevano allertato il Nue e le immagini estrapolate dalle telecamere municipali hanno permesso di appurare che in quel giorno un gruppo di dieci individui si è introdotto, in pieno giorno, nello stabile, portando al seguito taniche di benzina ed artifizi pirotecnici (alcuni fatti esplodere, altri rinvenuti sul posto). Le indagini condotte dagli operatori Digos hanno portato a individuare i sei soggetti, tutti residenti nella zona: nei confronti di questi sono stati emessi i decreti di perquisizione, durante la cui esecuzione si è poi risaliti alle identità dei quattro individui mancanti, subito anche loro sottoposti a perquisizione.
 
Come ammesso dagli stessi soggetti destinatari della perquisizione, il gesto è nato da un sentimento di risentimento ed esasperazione per le condizioni di degrado dello stabile e per alcuni episodi (scippi e altri atti di vandalismo, non sempre denunciati) dei quali è stata data la responsabilità agli occupanti del dormitorio. Così, come riferito, alcuni membri del gruppo avrebbero deciso di dare una lezione agli occupanti abusivi, bruciandone i pagliericci e gli effetti personali, e avrebbero coinvolto altri conoscenti della zona: tutti, pur non conoscendosi tra loro se non di vista o comunque superficialmente, avrebbero deciso di partecipare alla spedizione.


Al momento dei fatti, quando i fuochi sono stati accessi su due diversi piani dello stabile, non risulta vi fossero occupanti all'interno. Tra gli indagati, tutti incensurati, ci sono due dipendenti di un bar della zona, frequentato anche da altri partecipanti al fatto.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino