Eccezione più unica che rara quella del “super diplomatico” che da ambasciatore si è ritrovato a vestire i panni di ministro degli Esteri. Giulio Terzi...
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La sua “fotografia” dell’attuale scacchiere internazionale, con gli occhi puntati sul dramma venezuelano e su quel Maduro che non esita a definire un «dittatore» al vertice di una cupola militare da lui nominata per gestire il narcotraffico.
Non si fida dell’Iran e sottolinea la necessità di cautele più solide attorno al dossier nucleare.
Elogia i numeri dell’economia a stelle e strisce («la disoccupazione è inesistente»), ma lancia l’allarme speculazioni.
Legge come una buona notizia, infine, il fatto che Donald Trump e Kim Jong-un si parlino e siano a un passo da un nuovo incontro.
«Il Nobel per la Pace? Un premio che è stato dato tante volte sulla fiducia e con un impulso politico. A fronte di risultati concreti, quella di Trump sarebbe una candidatura apprezzabile». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino