La costruzione dello Stato Islamico nei territori occupati (o conquistati) da ISIS continua rapidamente. Dopo aver creato degli uffici governativi, aver fatto stampare proprie...
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È questo quanto si legge nei forum jihadisti, reperibili nel "deep web", e nei tweet pubblicati (con tanto di immagini) da alcuni dei principali disseminatori dello Stato Islamico. La mossa dell'autoproclamatosi Califfato sembra una risposta a coloro che, da alcune settimane, predicono una vera e propria situazione di stallo economico, se non di vera e propria crisi, per ISIS. Secondo la relazione della Agenzia Internazionale per l'Energia, pubblicata lo scorso mese, infatti, i bombardamenti americani avrebbero ridotto notevolmente la capacità dell'organizzazione islamica di estrarre petrolio, utilizzarlo per i propri mezzi e, soprattutto, di trasferirlo sul territorio per la vendita. Quest'ultima è infatti una risorsa vitale per il finanziamento di Isis che, secondo la relazione sarebbe passata dai 70.000 barili di petrolio prodotti ogni giorno ad agosto, ai soli 20.000 del mese appena trascorso. Una questione di non poco conto per un'organizzazione così capillare che necessita di un supporto continuo di risorse economiche per mantenere in piedi la propria struttura burocratica e militare.
L'emissione del dinaro (questo sembra il nome più accreditato della moneta dello Stato Islamico) potrebbe mettere a tacere queste voci di crisi, anche se a fronte di sostenitori entusiasti - già alcune foto delle monete girano in rete con tanto di incitamento a sconfiggere così la Banca Mondiale - qualcun altro fa notare che potrebbe essere una scelta non troppo vantaggiosa dal punto di vista economico. In linea con il mai troppo proclamato rispetto della tradizione, la moneta è di fatto una riproposizione (anche nella iconografia) di un'antica moneta islamica e, in coerenza con questa scelta, il conio dovrebbe essere realizzato in oro e argento.
Anche se appare più probabile si finisca con l'optare per una scelta cromatica di questo tipo più che per l'utilizzo di materiali tanto preziosi visti i costi (e i rischi) connessi a una simile scelta.
Nessuna comunicazione ufficiale in tal senso è però ancora giunta dalla sezione media di ISIS che pure è molto attenta a diffondere informazioni che potrebbero "giovare" all'immagine del Califfato. In questi giorni il "braccio mediatico" dello Stato Islamico è impegnato a contrastare le voci della presunta morte di Al Baghdadi o di altri suoi leader. Ma la tentazione di creare, oltre a tutto l'apparato pseudo-statale già esistente, anche una propria moneta per contrastare l'Euro e il Dollaro potrebbe essere davvero forte. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino