La costruzione dello Stato Islamico nei territori occupati (o conquistati) da ISIS continua rapidamente. Dopo aver creato degli uffici governativi, aver fatto stampare proprie carte di identità, aver istituito un sistema scolastico autonomo e funzionante, aver organizzato una propria forza di polizia (anche con una componente femminile), è ora il momento di un proprio conio, la moneta dello Stato Islamico.
È questo quanto si legge nei forum jihadisti, reperibili nel "deep web", e nei tweet pubblicati (con tanto di immagini) da alcuni dei principali disseminatori dello Stato Islamico.
L'emissione del dinaro (questo sembra il nome più accreditato della moneta dello Stato Islamico) potrebbe mettere a tacere queste voci di crisi, anche se a fronte di sostenitori entusiasti - già alcune foto delle monete girano in rete con tanto di incitamento a sconfiggere così la Banca Mondiale - qualcun altro fa notare che potrebbe essere una scelta non troppo vantaggiosa dal punto di vista economico. In linea con il mai troppo proclamato rispetto della tradizione, la moneta è di fatto una riproposizione (anche nella iconografia) di un'antica moneta islamica e, in coerenza con questa scelta, il conio dovrebbe essere realizzato in oro e argento.
Anche se appare più probabile si finisca con l'optare per una scelta cromatica di questo tipo più che per l'utilizzo di materiali tanto preziosi visti i costi (e i rischi) connessi a una simile scelta.
Nessuna comunicazione ufficiale in tal senso è però ancora giunta dalla sezione media di ISIS che pure è molto attenta a diffondere informazioni che potrebbero "giovare" all'immagine del Califfato. In questi giorni il "braccio mediatico" dello Stato Islamico è impegnato a contrastare le voci della presunta morte di Al Baghdadi o di altri suoi leader. Ma la tentazione di creare, oltre a tutto l'apparato pseudo-statale già esistente, anche una propria moneta per contrastare l'Euro e il Dollaro potrebbe essere davvero forte.