«La legge elettorale non è importante solo in quanto tale, ma perché permette di sapere chi vince le elezioni e dà a chi vince il compito e la responsabilità di governare,...
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«Ci siamo stancati di chi continua a parlare e non mantiene le promesse», ha aggiunto il premier. «Abbiamo tenuto la promessa della legge elettorale varata ieri e andiamo avanti su questa strada», ha insistito il premier. «Stiamo facendo un percorso di grandi Riforme e ce la faremo con la testa dura. Tenaci e testardi, andremo dritti fino al punto», ha continuato Renzi. «Avevamo promesso di rifare la legge elettorale e da ieri la legge è realtà. Tra l'altro è una legge elettorale che ha per queste terre un sistema che valorizza l'identità e l'autonomia», ha proseguito.
«La responsabilità viene dalla capacità di rispondere: se dai una risposta ci sarà qualcuno responsabile. E allora basta con la cultura del "io non c'entro". Ecco a cosa serve una legge elettorale che è fatta sul modello dei sindaci». «Per una volta la classe politica fa qualcosa. Adesso che si è fatta la legge elettorale - ha ribadito - abbiamo il coraggio di rimettere in moto le energie migliori».
«L'obiettivo è dire che siamo a un bivio: da un lato quelli che protestano soltanto, lamentano, fanno l'elenco delle difficoltà. In alcuni casi hanno ragione, non possiamo dire che va tutto bene e raccontare barzellette. Ma loro sono destinati a crogiolarsi nelle loro proteste» mentre dall'altro lato c'è chi «fa le cose», ha detto ancora Renzi. «A questo partito crediamo come una grande occasione per il futuro dell'Italia».
«Noi siamo per tenere tutti dentro», ha poi sostenuto Renzi rispondendo a una militante che dalla platea urla «Abbasso Civati». «Ma quale abbasso, viva viva viva», ha replicato il segretario. «Tutti dentro. Uno alla volta, però», scherza.
L'Italicum è diventata legge ieri senza il voto delle opposizioni che hanno scelto l'Aventino e con la contrarietà di una parte del Pd, dove i dissidi restano forti. «Il dissenso è stato abbastanza ampio.
Il Mattino