La storia terribile e maledetta di Jack Lo Squartatore, il serial killer che uccideva le prostitute, a distanza di 130 anni continua ad alimentare teorie ed ipotesi sulla sua...
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La coppia di ricercatori - secondo un articolo di focus.it - per dare nome e cognome a Jack The Ripper, che nel 1888 a Londra avrebbe ucciso un numero imprecisato di prostitute, ha usato pezzi di DNA rinvenuti sulle scene dei delitti. Uno studio accurato, pubblicato sul Journal of Forensic Sciences, vedrebbe in Aaron Kosminksi, barbiere polacco all’epoca 23enne, il responsabile degli omicidi. In realtà quest’ipotesi era già stata avanzata nel 2014, ma lo studio attuale è una riconferma perché «tracce di liquido seminale, rinvenute sullo scialle di una delle donne, ci hanno permesso di abbinare il DNA con i discendenti di uno dei sospetti assassini, l'immigrato polacco Aaron Kosminski” spiega Miller.
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Scialle, che sarebbe stato indossato da Catherine Eddowes, la quarta donna uccisa, il cui Dna mitocondriale è stato confrontato con una sua discendente. I dubbi dunque sembrerebbero esaurirsi. In realtà qualche dubbio permane perché la comunità scientifica solleva alcune perplessità, tra cui lo Smithsonian Institute, autorevole istituto di ricerca di fama mondiale, per il quale sopravvivono due dubbi: sulla reale presenza dello scialle sul luogo dell’uccisione e sull'uso del DNA non classificabile come prova definitiva. Il mistero sull'identità di Jack Lo Squartatore, rimane ancora una volta avvolto nell'incertezza. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino