L’Isis arruola i migranti in Libia e per reclutare i disperati tra le sue fila può pagare fino a mille dollari a testa per ogni nuovo soldato. Il sospetto della...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Dopo la caduta di Sirte, la città a Nord della Libia controllata dalle milizie dell’autoproclamato Stato Islamico per circa un anno dal giugno 2015 fino al giugno 2016, i militanti del Califfato si sono rifugiati nel deserto e nell’entroterra, ma non sono scomparsi. I miliziani hanno formato piccole cellule di jihadisti che riescono a spostarsi in carovane ridotte formate da tre o quattro jeep al massimo, spesso viaggiano di notte, ma i droni americani che sorvegliano i cieli libici hanno fotografato e filmato più volte i loro spostamenti. I colpi inferti all’Isis dai bombardamenti sui campi di battaglia da parte delle forze della coalizione non hanno però neutralizzato i combattenti. Proprio come sta avvenendo in queste ore anche in Siria e in Iraq, i miliziani sono fuggiti dalle città per rifugiarsi in luoghi isolati dove continuano ad operare tentando di ricompattare le forze. I morti in battaglia vengono così rimpiazzati dagli immigrati che arrivano in Libia, assoldati per fame e disperazione in un corto-circuito tra trafficanti di esseri umani e terroristi. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino