Risposta entro domani, come richiesto dalla commissione. Con argomenti che riprendono quelli già usati in passato dal nostro Paese e puntano ad evitare un nuovo intervento...
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Nel testo al quale stanno lavorando gli uffici del ministero si parlerà in ogni caso delle tensioni internazionali che hanno messo a rischio la crescita mondiale, penalizzando in particolare un Paese esportatore come l'Italia; della bassa crescita nominale che da tempo affligge l'economia del nostro Paese anche a causa di un andamento dell'inflazione a lungo vicino allo zero; sui rischi connessi ad un'eventuale manovra di consolidamento dei conti attuata proprio in questo momento. Il Tesoro infatti se da una parte evidenzierà i numeri non favorevoli degli ultimi anni, dall'altra non rinuncerà a mettere l'accento sui segnali positivi che si sono materializzati nelle ultimissime settimane, con numeri che delineano un andamento produttivo un po' meno zoppicante. Anche sulla finanza pubblica il ministero dell'Economia si sente incoraggiato: il buon andamento della fatturazione elettronica generalizzata, che ha debuttato quest'anno, autorizzerebbe a sperare in una crescita delle entrate fiscali. Del resto le riforme del governo (reddito di cittadinanza e Quota 100) che nelle intenzioni dovrebbero intervenire positivamente su alcuni nodi strutturali, a fine anno dovrebbero rivelarsi meno costose di quanto previsto.
Secondo l'esecutivo se la commissione accettasse queste valutazioni le distanze potrebbero accorciarsi notevolmente. Ma è molto difficile che ciò avvenga. A quel punto il confronto potrebbe salire di livello, con la formalizzazione dell'inadempienza del nostro Paese e l'avvio dei passaggi formali che precedono la procedura vera e propria. Se Roma confermerà la propria indisponibilità ad attuare un intervento correttivo, anche limitato, o comunque a dare almeno qualche garanzia aggiuntiva per l'autunno, allora lo scontro sarà aperto. Con conseguenze potenzialmente pericolose sui mercati finanziari. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino