«Laura è a pezzi, facevamo fatica a riconoscerla. In cella vive in condizioni disumane, ci sono 25 donne in uno spazio di appena 20 metri quadri». È...
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La 33enne, di Hull, era stata fermata all'aeroporto del Cairo lo scorso 9 ottobre, dove era giunta per raggiungere il marito, Omar, che vive stabilmente in Egitto e che lei visita più volte durante l'anno. L'uomo soffre di forti dolori alla schiena e per questo aveva chiesto alla moglie di portargli farmaci appositi come capsule di tramadolo e naprossene, dal momento che in Egitto questi farmaci non sono in vendita.
Il motivo è molto semplice: le sostanze contenute in quei farmaci nel paese nordafricano sono considerate proibite. La legislazione egiziana vieta l'utilizzo di determinati farmaci, i cui principi attivi vengono equiparati alla droga, in quanto possono essere utilizzati come sostitutivo dell'eroina. Il Mirror ha raccolto l'appello della famiglia Plummer. «Ci hanno detto che sarà processata, e che rischia fino a 25 anni di carcere. Un avvocato, però, sostiene che possa rischiare anche la pena di morte», ha dichiarato disperato il fratello di Laura, James. Anche la mamma, la 63enne Roberta Sinclair, è molto preoccupata: «Abbiamo molta paura, Laura è una ragazza dolcissima e buona, non merita di vivere un inferno simile». Del caso si stanno occupando il Ministero degli Esteri britannico e l'ambasciata al Cairo. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino