Arriva la legge elettorale in "salsa" tedesca. Nel giorno delle doppie consultazioni del partito Democratico, alla Camera con i capigruppo per le questioni tecniche, e...
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L'incontro tra Alfano e Renzi non ha sciolto la tensione, anzi, ed i centristi preparano le barricate con inevitabili possibili ricadute sul governo. Un fronte, quello della legge elettorale, che si interseca con la 'minà dei voucher contenuti nella cosiddetta 'manovrinà. Domani il testo approderà nell'Aula della Camera dove sul via libera non ci sono problemi di numeri. Diversa invece la situazione a Palazzo Madama dove il no di Mdp alla fiducia rischia di mettere in seria difficoltà palazzo Chigi. D'altra parte, il "soccorso azzurro" di Forza Italia, e più in generale del centrodestra che ha permesso il via libera all'emendamento alla Camera, difficilmente potrà ripetersi al Senato nel caso il governo dovesse porre la fiducia. Un quadro generale che rende più forte la tendenza verso le urne in autunno, tra settembre e novembre. E l'incognita del voto anticipato ha già avuto i primi effetti sui mercati, con lo spread in salita e la borsa di Milano che ha chiuso in negativo nonostante le parole del presidente della Bce Mario Draghi sulla ripresa economica dell'Eurozona. Qualche elemento di chiarezza in più si potrà formalmente avere domani sera quando il segretario del Pd tirerà le somme delle consultazioni di queste ore nel corso della riunione della direzione del partito.
Stesso discorso per Alfano che nei prossimi giorni vedrà i vertici del suo partito prima di decidere cosa fare. In ballo per i moderati di Ap c'è anche il progetto di una riorganizzazione dell'area centrista, insieme al leader di Energie per l'Italia Stefano Parisi e a Carlo Calenda. Nonostante l'accorso sulla legge elettorale sia praticamente chiuso, chi preferisce non sbilanciarsi è Ettore Rosato, capogruppo Dem alla Camera e sherpa che segue le trattative per conto del pd. Al termine del giro di consultazioni Rosato parla di «giornata positiva» senza però entrare nei dettagli. Stessa linea del Movimento Cinque Stelle che non si dilunga nei particolari al termine del faccia a faccia con la delegazione Dem: «È stata una riunione cordiale e distaccata», fa sapere Roberto Fico che ha sul tavolo delle trattative ha posto due punti intoccabili per l'M5s: soglia di sbarramento al 5% e correttivi per la governabilità.
Un nuovo faccia a faccia è invece previsto con tra i Dem ed Mdp nella giornata di mercoledì: «Aspettiamo che il Pd definisca una proposta», spiega Alfredo D'Attorre che a nome del suo partito fa sapere di non avere nulla in contrario alla soglia di sbarramento del 5%.
Il Mattino