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«La strada doveva essere sequestrata, ora effettuare i rilievi è complicato». Due giorni dopo l’incidente su corso Francia in cui è morto il diciannovenne Leonardo Lamma, che ha perso il controllo della sua moto - una Ktm Duke -, a ripetere questa frase non sono solo i genitori, Stefano e Paola, ma anche i consulenti di parte nominati dalla famiglia. Ieri erano presenti sul luogo dell’incidente per fare accertamenti e rilevazioni. Verifiche che ora sono difficili: il pomeriggio dell’incidente sull’asfalto era presente un avvallamento provocato da una voragine rattoppata, ma nella notte tra giovedì e venerdì la strada è stata sistemata. Il sospetto è che Leonardo possa avere perso il controllo del mezzo proprio in quel punto.
«L’asfalto dissestato può essere una causa credibile. Tra l’altro la distanza tra il rattoppo e la traccia ematica è di 57 metri. Assolutamente compatibile anche con una velocità non elevata del mezzo», ha detto l’ingegnere Francesco Di Gennaro, consulente dei familiari. E a confermarlo potrebbero essere diversi testimoni oculari - gli inquirenti hanno già sentito 5 persone e altre 10 verranno ascoltate a breve -, ma anche i video estrapolati da due telecamere di sorveglianza, una privata e una commerciale, che puntano proprio su quel tratto di carreggiata e che sono state acquisite dalla Procura. Una teste, in particolare, avrebbe assistito da vicino a tutta la scena e martedì verrà ascoltata dai legali della famiglia di Leonardo.
«Chi ne aveva la competenza doveva chiudere la carreggiata per permettere a tutte le parti in causa di effettuare le perizie per stabilire come è morto Leonardo» sottolinea ancora il consulente.
La Polizia locale nei prossimi giorni depositerà in Procura un’informativa dettagliata sui fatti e sta continuando ad ascoltare i testimoni presenti al momento dell’incidente, che hanno visto il giovane scivolare e perdere il controllo della moto proprio in prossimità del “rattoppo” sull’asfalto. Tra loro anche le persone che hanno chiamato i soccorsi.
Nel frattempo, proseguono le indagini difensive. Ieri all’ora di pranzo, metro alla mano, per quasi due ore, sotto l’occhio attento della famiglia e dell’avvocato De Fazi, i consulenti di parte hanno misurato in lungo e in largo la strada evidenziando i vari punti d’impatto ancora visibili. L’obiettivo è quello di stabilire cosa abbia provocato lo sbandamento fatale. Ma gli accertamenti sono solo all’inizio. Il pm Pisani, che indaga per omicidio stradale, nei prossimi giorni incaricherà i consulenti della Procura. Per il momento il fascicolo è contro ignoti.
Intanto non si placa la processione degli amici di Leo, che in questi giorni hanno raggiunto Corso Francia per lasciare un fiore, o per dire una preghiera. Anche ieri è stato un susseguirsi di occhi lucidi e poca voglia di parlare. «Assurdo sia morto così» ripetono continuamente. Lo schianto è avvenuto poco distante dal punto in cui, nel dicembre 2019, Gaia von Freyman e Camilla Romagnoli erano state investite e uccise. Quella sera, Leonardo era andato in pizzeria insieme a loro.
Dall’autopsia, effettuata venerdì, è emerso che il diciannovenne è deceduto per le gravi lesioni riportate alla testa durante l’impatto con lo spartitraffico in cemento. Il corpo è stato restituito ai genitori. Stefano e Paola si sono recati al policlinico Gemelli per fare la vestizione. I funerali saranno all’inizio della prossima settimana.
Il Mattino