Stavolta non è uno sparuto gruppo di attivisti espulsi o sospesi che combattono per interessi tutto sommato personali. Stavolta è un gruppo nutrito di attivisti che...
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Hanno intenzione di fare causa a Beppe Grillo e trascinarlo in Tribunale, a Genova. Tre giorni fa infatti il comitato ha chiesto la nomina di un curatore che rappresenti la prima associazione M5s, del 2009, per curarne gli interessi. Il presupposto è che Grillo avallando la costituzione della terza associazione M5s a dicembre, concedendogli anche il simbolo, sia in «conflitto di interesse» nel difendere i diritti dei primi associati.
La coordinatrice e presidente del comitato è la consigliera capitolina M5S Cristina Grancio che ha sperimentato sulla sua pelle cosa vuol dire essere estromessa dal M5S pur essendo stata eletta con il M5S. La sua è una vicenda molto singolare. La sanzione, sospensione dal M5S, era stata comminata perché la consigliera aveva espresso dubbi e richieste di ulteriori precisazioni sulla questione stadio della Roma.Aveva svolto il suo lavoro da consigliera sostanzialmente. Ma c'era fumus di dissenso per il M5S che ha deciso di sospenderla. Come è andata a finire? Il M5S ha dovuto ritirare la sospesione non entrando nel merito del provvedimento ma riconoscendo che mal impostata. Ora Grancio siede sempre nei banchi della maggioranza in Campidoglio con i colleghi del M5S ma non può iscriversi alla nuova associazione M5S, passaggio obbligato per votare online i candidati al Parlamento e per partecipare alla vita associativa del (nuovo) M5S.
Il comitato muove da un problema legale ma soprattutto politico: Beppe Grillo in quanto tale non potrebbe rappresentare gli interessi dei primi associati, quelli che restano e che non intendono trasmigrare nella terza nuova associazione creata lo scorso 20 dicembre.
Il Mattino