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Via la penale da 100mila euro contro i "cambi di casacca", meno beneficenza e un partito che si finanzierà prevalentemente attraverso le "restituzioni" dei parlamentari (ancora da determinare l'importo). M5s sempre meno movimento e sempre più partito: è la trasformazione, già in atto da tempo, impressa dal nuovo codice etico grillino che ieri è stato approvato dagli iscritti tramite voto online (i "sì" sono stati 24mila).
Tra i punti aggiornati rispetto alla versione precedente, scompare la penale da 100mila euro a carico di chi viene espulso, abbandona il gruppo o si iscrive ad altro gruppo parlamentare, e per dimissioni anticipate dalla carica in assenza di gravi motivi. Una previsione che aveva fatto schizzare in alto i contenziosi, con richieste di risarcimenti ed esposti nei confronti degli ex onorevoli pentastellati ancora tutte da definire. Non solo: per gli eletti si prevede la possibilità di incassare parte degli importi di indennità di funzione e assegno di fine mandato, che prima andavano restituiti. A fronte di questa "concessione", tuttavia, il nuovo codice impone di restituire una parte dell'assegno («nella misura da determinarsi») al partito, i cui finanziamenti sono in diminuzione a causa del crollo del numero degli eletti.
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I poteri del presidente
La misura di quanto restituire ogni mese non è stata ancora fissata: l'ipotesi che circola è che il bonifico di ogni parlamentare debba essere di duemila euro, più 500 euro da destinare a un fondo per la beneficenza.
I malumori
Qualche critica però viene sollevata da parte degli attivisti: sulla pagina Facebook del Movimento, c'è chi si chiede: «Sta diventando un movimento presidenzialista? E ancora: «Perché togliete la penale di 100mila per chi cambia casacca?». Critiche a cui risponde Vito Crimi, già capo politico del Movimento e oggi responsabile delle piattaforme informatiche, che il codice ha contribuito ad aggiornarlo. Partendo dalla penale scomparsa: «Nessuna novità, è un aspetto su cui aveva già obiettato la commissione per la trasparenza dei partiti che non la riteneva una previsione compatibile con le norme».
Ma i malumori, tra i grillini, si concentrano anche su altre scelte dei vertici. A cominciare dalla sede del Movimento, un elegante ufficio nella centralissima via di Campo Marzio, a due passi da Montecitorio e dall'abitazione di Conte. Il canone mensile di affitto, secondo Repubblica, si aggira intorno ai 12 mila euro mensili. Ed ecco che tra le truppe stellate cominciano i mal di pancia: «Chiedono i soldi a noi e poi spendiamo così tanto per la sede. Ma non dovevamo fare tutto online?». Già, i tempi del movimento "liquido" sembrano archiviati: quelli del partito, invece, sono in pieno svolgimento.
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Il Mattino