Mai si sarebbe potuto immaginare che, prima o poi, venisse sconsacrata e sconvocata da sinistra una di quelle tipiche manifestazioni anti-fasciste che si sono susseguite sempre...
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Tensione, manganellate e cariche della polizia nel centro di Macerata sono state già registrate ieri sera, ma per una manifestazione organizzata da Forza Nuova, che ha violato il divieto del questore (uno stop era arrivato dalla prefettura). Una quarantina di attivisti del movimento di ultradestra, guidati da Roberto Fiore, ha cercato di entrare in piazza della Libertà.
La richiesta del sindaco, cioè del partito per fermare il raduno di domani, è stata accettata da Anpi, Arci, Libera e dagli altri promotori del corteo anti-fascista e anti-razzista, ma una parte di alcune di queste organizzazioni in polemica con i propri vertici, i centri sociali, la Fiom, i ragazzi di certe scuole di Macerata e di altre città, i movimenti vari come quello del sindaco napoletano De Magistris (che dovrebbe non entrarci nulla ma ogni protesta di piazza è buona per farsi notare: «Trovo molto grave - ha detto - e non sono assolutamente d'accordo con la volontà di non far svolgere il corteo antifascista a Macerata»), i Liberi e Uguali sempre in polemica con i dem sarà in piazza Fratoianni mentre Speranza e Civati hanno scritto a Gentiloni in difesa dello svolgimento del corteo, un pezzo di minoranza Pd, gli antagonisti e gli alternativi, i simpatizzanti di Potere al Popolo e i cani sciolti, per non dire della Cgil o del collettivo AntiFa, sono determinatissimi nel manifestare lo stesso domani nel comune marchigiano. Un pezzo grosso del partito bersanian-dalemiano, come Vasco Errani, ha annunciato che sarà in piazza. Mentre Emma Bonino candidata in alleanza con il Pd, dice: «Le manifestazioni non violente sono sempre legittime». Ma questa manifestazione riuscirà a non sfociare in scontri? Saranno capaci i manifestanti di tenere lontani gli estremisti e gli incendiari? Si temono molti problemi. E non solo perché, tra Forza Nuova e Casa Pound, il set di Macerata abbonda di teste calde non favorevoli alla sinistra. E già ieri sera sono scesi in piazza, o meglio in strada e per amara ironia della storia il luogo è via Antonio Gramsci, i fascisti del terzo millennio. Il fatto è che la tensione potrebbe salire al massimo in quanto il prefetto non ha autorizzato la manifestazione della sinistra-sinistra. Sulla quale Leu attacca il Pd, tacciandolo di scarso anti-fascismo e di prudenza elettoralistica a proposito delle pistolettate di Traini contro i ragazzi neri, e la polemica investe il ministro Minniti. «Sbagliato vietare la manifestazione», protestano contro il Viminale quelli di Leu. Macerata può diventare quindi un teatro ad alto rischio. E vivere una giornata difficile. Il ministro Orlando, che è andato a trovare in ospedale i ragazzi neri feriti, sostiene che «è rispettabilissima la posizione del sindaco di Macerata, che vuole far scendere l'attenzione su Macerata. Però credo che vada dato un momento di condivisione a chi come l'Anpi rappresenta i valori del nostro Paese, in questo caso la patria». Il vicesegretario del Pd, Maurizio Martina, ha detto infatti che oggi verranno decisi la data e il luogo di una grande manifestazione sui valori del'anti-fascismo. Ma non sarà domani e non sarà a Macerata. Che ormai è abituata ai brividi, e si prepara a vivere un sabato molto difficile. Intanto emergono le prime risultanze dell'autopsia effettuata ieri sul cadavere di Pamela Mastropietro. Due segni compatibili con pugnalate all'addome farebbero pensare a un omicidio. Al momento però è prematuro dire con certezza quale sia stata la causa della morte, resta da chiarire se i colpi siano stati inferti prima o dopo il decesso e se essi siano mortali. Dall'accertamento effettuato ieri dal pool di professionisti nominati dal procuratore Giovanni Giorgio emergono due lesioni: una all'addome e una al fegato. Mancano tracce di sangue e di urina sui resti e questo comporterà esami di laboratorio che richiederanno più giorni per depositare i risultati. Ieri dalle 9 alle 14 hanno eseguito l'autopsia i medici legali Mariano Cingolani, Dora Mirtella e Roberto Scendoni, il tossicologo Rino Froldi, la biologa Marta Cippitelli e il criminologo Domenico Mazza. I medici hanno ricomposto il corpo sezionato chirurgicamente, sarebbe stata un'opera da professionista quella compiuta dall'autore o dagli autori dello smembramento (quasi fosse un chirurgo). Da quanto emerso sarebbe poco probabile che ad agire sia stata una sola persona, cosa che Oseghale non avrebbe avuto. Inoltre, contrariamente a come era stato indicato nelle motivazioni dell'ordinanza del gip, dal corpo mancano solo dei tratti di pelle, ci sono zone in cui la cute non è stata trovata probabilmente a causa dell'erosione della candeggina con cui il corpo è stato lavato. E proprio la candeggina sarebbe stata usata in abbondanza sulle parti intime per rendere difficili gli accertamenti. Forse per nascondere una violenza sessuale? Per stabilirlo si attende l'esito dei tamponi vaginali.
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Il Mattino