Viterbo, per la prima volta, nel portafoglio della mafia. I carabinieri del Comando Provinciale di Viterbo stanno eseguendo un'ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Le indagini hanno consentito agli investigatori di ricostruire i tasselli di un mosaico che avrebbe portato alla luce un pericoloso panorama criminale.
Le 13 persone sono indagate, a vario titolo, per i reati di associazione per delinquere di stampo mafioso (art. 416 bis del c.p.). I dettagli saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà alle 11 a Roma, nella sede del Comando Provinciale dei Carabinieri alla presenza di Michele Prestipino, Procuratore aggiunto Dda Roma e del colonnello Giuseppe Palma, Comandante Provinciale dei Carabinieri di Viterbo.
A capo dell'organizzazione due imprenditori a cui è stata contestata per la prima volta nel viterbese l'accusa di associazione per delinquere di stampo mafioso. Si tratta di Giuseppe Trovato, detto Peppino, 43enne di origini calabresi con legami con la famiglia 'ndranghetista Giampà di Lamezia Terme, gestore di alcuni compro oro, e di Ismail Rebeshi, detto Ermal, imprenditore albanese di 36 anni nel settore dei locali notturni e della rinvedita di auto. L'organizzazione smantellata dai carabinieri era dedita principalmente a imporre il proprio controllo su attività economiche e anche sul traffico degli stupefacenti. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino