Un'ondata di piena ha travolto un gruppo di carabinieri ferendone sei. Stavano soccorrendo alcune persone nella Bassa bolognese, dove il fiume Reno è esondato. Durante...
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Emergenza sfollati. Sono tra le 270 e le 280 le persone che hanno dovuto abbandonare le proprie abitazioni nella zona di Castel Maggiore, nella Bassa Bolognese, per l'esondazione del Reno che ha rotto un argine.
Ricovero per i carabinieri. I carabinieri della compagnia di Bologna-Borgo Panigale sono stati ricoverati negli ospedali di Bentivoglio e Maggiore di Bologna per gli effetti dell'ipotermia. Nel pomeriggio, in via Bondanello a Castel Maggiore, il comandante della compagnia dei carabinieri di Bologna-Borgo Panigale, il maggiore Elio Norino, e altri cinque colleghi sono intervenuti per sgomberare la strada e le abitazioni che si trovano nei pressi del fiume Reno. Sembrava che il livello dell'acqua si stesse abbassando ma, a un tratto, è tracimato all'altezza di Trebbo, inondando la strada. I carabinieri e le persone che si stava provvedendo ad evacuare sono stati colpiti dalla piena. Si è deciso, allora, di utilizzare un trattore per portare tutti in salvo, ma un'altra ondata lo ha spinto dentro un fosso. È stato perciò necessario richiedere l'intervento dei vigili del fuoco che hanno usato l'elicottero per trarre tutti in salvo.
In cinque ore la rottura dell'argine del fiume Reno tra Castel Maggiore e Argelato, nel Bolognese, ha provocato la fuoriuscita di circa 1,5-2 milioni di metri cubi di acqua, con una portata di 80 metri cubi al secondo. È la stima della Protezione civile dell'Emilia-Romagna: il cedimento ha riguardato un tratto di circa 50 metri di lunghezza per due di altezza.
Sono dieci, al momento, le persone soccorse dal 118 tra Castel Maggiore ed Argelato, portate in salvo dalle loro abitazioni dopo l'esondazione. Cinque sono state trasferite all'Ospedale Maggiore e cinque a Bentivoglio, in condizioni non gravi, per ipotermia. Diverse famiglie, infatti, sono rimaste isolate e sono state raggiunte dai Vigili del Fuoco con l'elicottero o in gommone, grazie al supporto del nucleo speleo-alpino-fluviale. Portate in salvo anche alcune persone a bordo di un trattore trascinato dalla corrente dell'acqua. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino