Cosa sia esattamente successo la mattina del 28 dicembre in quel casolare sulle colline di Città di Castello è ancora avvolto dal riserbo delle indagini, ma dalla...
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È quanto si ipotizza nell'ordinanza di custodia cautelare a carico del giovane, che è anche accusato di maltrattamenti in famiglia. Le liti sarebbero state legate in particolare al fatto che il ventunenne non usciva più di casa da tempo e non cercava un lavoro. Di «quadro di disagio» ha parlato uno dei difensori di Federico, l'avvocato Vincenzo Bochicchio.
Decisivi per l'arresto sembrano essere stati i primi risultati dell'autopsia dalla quale è emerso che la donna è stata colpita alle spalle, in cucina, mentre era in pigiama, sola in casa con il figlio. Ferita, mortalmente, alla gola, ma con lesioni anche al petto e alle mani, forse per un disperato tentativo di difesa. Fendenti, una decina, che l'hanno raggiunta anche quando forse era già a terra nel casolare di famiglia nella frazione di Varesina.
Bigotti aveva sostenuto di essersi trovato in camera sua quando aveva sentito un urlo provenire dalla cucina. Qui - secondo la sua versione - aveva visto la madre colpirsi con un coltello e urlargli contro «vai via». A quel punto era tornato in camera avvertendo il padre, uscito di casa per recarsi a lavorare come meccanico, come il fratello che vive per conto suo.
E i due avevano dato l'allarme. Una versione, questa, apparsa subito inverosimile agli investigatori: il giorno dopo il ritrovamento del corpo, il figlio più piccolo della donna era stato indagato per omicidio. Un giovane, Federico, che sognava di fare il calciatore o l'attore comico, con alle spalle piccoli precedenti legati all'hascisc di cui avrebbe fatto uso anche a ridosso del delitto. Nella tarda serata di ieri è stato prelevato dai carabinieri a casa del fratello e condotto nel carcere di Perugia. «È terrorizzato, sotto choc», hanno detto oggi i suoi difensori, gli avvocati Vincenzo Bochicchio e Francesco Areni. «Valuteremo - ha aggiunto l'avvocato Bochicchio - di far entrare in carcere uno psichiatra di nostra fiducia per valutare le condizioni. Il nostro assistito ha infatti bisogno di aiuto». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino