Manovra, Padoan risponde alla Ue: più spese per sisma e migranti

Pier Carlo Padoan
Il governo non arretra. Le spese per i migranti e per il sisma vanno tenute fuori dal calcolo del deficit. La risposta alla lettera inviata due giorni fa dalla Commissione...

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Il governo non arretra. Le spese per i migranti e per il sisma vanno tenute fuori dal calcolo del deficit. La risposta alla lettera inviata due giorni fa dalla Commissione europea, con la quale Bruxelles chiedeva chiarimenti sugli scostamenti del deficit rispetto ai patti sottoscritti solo a maggio di quest’anno, non si è fatta attendere. Il Tesoro ha inviato le sue osservazioni nella serata di ieri.


Una risposta in parte tecnica, ma soprattutto politica. Specialmente nella difesa dei 7 miliardi destinati alla ricostruzione delle zone colpite dal sisma, alla messa in sicurezza delle scuole e degli edifici pubblici, oltre che a quelle sostenute per il salvataggio in mare e l’accoglienza dei migranti. Su quest’ultimo fronte il governo usa toni inusualmente duri per una missiva che dovrebbe rispondere ad osservazioni «tecniche». «Le frontiere esterne», scrive il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, «dovrebbero essere una questione di responsabilità comune. L’Italia», si legge, «sta giocando un ruolo strategico nel mettere in sicurezza le frontiere europee e ha fatto uno sforzo finanziario eccezionale al posto della Comunità per provvedere ai suoi obblighi umanitari». Una posizione corroborata da una sfilza di numeri illustrati in quattro tabelle allegate alla lettera. 


Fino ad ottobre di quest’anno nel Paese sono arrivati 156.705 migranti, più di quanti ne sono sbarcati in tutto il 2015. Il triplo di quelli arrivati soltanto tre anni fa, nel 2013. Ci sono oltre 20 mila minori non accompagnati. Senza contare, spiega Padoan, che l’Italia sostiene i costi delle migrazioni, ma non ne ha i benefici, visto che la maggior parte di chi arriva è di solo di passaggio per altre mete. Per il 2017 il costo stimato per fronteggiare questo esodo è di 3,8 miliardi, che potrebbero addirittura diventare 4,2 miliardi. Anche sul terremoto la linea è la stessa. Nella manovra ci sono 2,8 miliardi per la ricostruzione del sisma di Amatrice. Ma ci sono anche altri due miliardi che Roma intende tenere fuori dal Patto per mettere in sicurezza 42 mila scuole, il 30% delle quali ha bisogno di interventi o addirittura di essere ricostruita. 

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Il Mattino