Conto alla rovescia per la prima legge di Bilancio giallorossa. Lunedì il governo svelerà i suoi piani per il prossimo anno presentando la nota di aggiornamento al...
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La riduzione del cuneo fiscale, però, ha dei costi che non è detto si riescano a sostenere per intero, almeno nel primo anno. La misura è ancora in via di definizione e, nei desiderata del Pd, dovrebbe riguardare i redditi fino a 40 mila euro (finora si era parlato di un limite a 26 mila euro o 35 mila). Anche di questo dovrebbero avere parlato Conte in un nuovo incontro con il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri. Per alleggerire il peso della manovra, che si aggira sui 30 miliardi, si starebbe valutando l'ipotesi di non far partire la riduzione del cuneo da gennaio ma più in là, almeno da marzo-aprile, se non proprio a metà anno (i costi scenderebbero da 5 miliardi a 3-2,5 miliardi). Al momento l'esecutivo può contare sugli effetti positivi della correzione dei conti di luglio, circa 4-6 miliardi (grazie principalmente ai maggiori incassi da fatturazione elettronica, ai risparmi per reddito e quota 100 che non saranno toccati, ha confermato Conte), e su un 'tesoretto' da spread che potrebbe valere fino a 4 miliardi di minore spesa per interessi il prossimo anno: le stime possono beneficiare di un calo di oltre 100 punti rispetto ad aprile (da circa 250 a 140).
Il rapporto deficit/Pil tendenziale dovrebbe partire dall'1,6%, riducendo, di fatto, il peso delle clausole dai 23 miliardi iniziali a circa 19. A questi vanno sommate le spese indifferibili (circa 3-4 miliardi) e le risorse necessarie per il calo delle tasse per i lavoratori. Per reperire risorse fresche il governo ha già annunciato un corposo pacchetto anti-evasione, che potrebbe fruttare 3,5-4 miliardi, e comprenderà lo sconto (probabilmente il 3%) per chi paga con carte e bancomat. Intervento che potrebbe abbinarsi a una manovra sull'Iva (le aliquote non cambiano, ma, è una delle ipotesi, salgono per chi paga cash e diminuiscono per chi fa pagamenti tracciabili). C'è poi, appunto la forbice sulla spesa pubblica che, oltre ai ministeri, potrebbe concentrarsi su misure green come l'ipotesi di una tassa sugli imballaggi e la plastica (dello 0,2%) o sulla sforbiciata agli incentivi dannosi per l'ambiente, inizialmente immaginati dal ministro Costa come fonte di finanziamento per il decreto Clima, che potrebbe arrivare la prossima settimana.
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Il Mattino