Marco Bianchi, l'assassino di Willy Monteiro rischia processo anche per torture sugli animali

Nell'indagine sono coinvolte anche altre tre persone tra cui Ruggiero Bianchi, 59 anni, padre di Marco

Si è accanito contro alcuni animali, uccidendoli in modo brutale e immortalando il tutto in video e foto. Nuovi guai giudiziari per Marco Bianchi, il 26enne di Artena che...

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Si è accanito contro alcuni animali, uccidendoli in modo brutale e immortalando il tutto in video e foto. Nuovi guai giudiziari per Marco Bianchi, il 26enne di Artena che assieme al fratello Gabriele sta scontando una pena all'ergastolo per l'omicidio di Willy Monteiro Duarte, massacrato di botte a Colleferro nel settembre del 2020. La Procura di Velletri ha chiuso le indagini, atto che di norma precede la richiesta di rinvio a giudizio, del procedimento in cui si ipotizza il reato di uccisione di animali, una fattispecie che prevede pene fino a 2 anni di carcere. Nell'indagine sono coinvolte anche altre tre persone tra cui Ruggiero Bianchi, 59 anni, padre di Marco.

 

Marco Bianchi rischia il processo per violenze sugli animali

Le verifiche dei carabinieri hanno fatto emergere un nuovo episodio di violenza immotivata e gratuita che risalgono ad un periodo compreso tra il 2017 e il 2019. Gli inquirenti hanno passato al setaccio il cellulare di Bianchi dove sono stati trovate le prove delle torture messe in atto ai danni degli animali. In base a quanto emerge dal capo di imputazione Bianchi, in concorso con un altro indagato, «per crudeltà» ha causato la morte di un uccello che dopo essere stato catturato è stato ucciso dal ventenne con un colpo di fucile.

Il padre dei fratelli di Artena è invece accusato di avere ucciso una pecora. Dopo averla ferita è stata finita con un colpo di arma da fuoco morendo «a seguito di atroci sofferenze». Il provvedimento dei pm di Velletri è stato notificato a Bianchi in carcere dove sta scontando la condanna al carcere a vita, emessa in primo grado dal tribunale di Frosinone nel luglio scorso per i fatti di Colleferro. In quella vicenda, secondo quanto scrivono i giudici della corte d'assise, i fratelli Bianchi furono autori di una aggressione caratterizzata da una «furia cieca».

Il branco che si accanì su Willy aveva la «percezione del concreto rischio che attraverso la loro azione il 19enne potesse perdere la vita, e nondimeno hanno continuato a picchiarlo». Una morte arrivata al culmine di una banale lite verbale, «degenerata» con l'arrivo dei Bianchi autori di un blitz violento. Una azione rapidissima iniziata con un violento calcio a petto. Un colpo sferrato da Gabriele Bianchi, esperto come Marco delle tecniche Mma, sfruttando la sua conoscenza delle arti marziali e utilizzando un palo come «catapulta» per renderlo ancora più devastante.

 

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Il Mattino