Sono da poco passate le otto e mezza di venerdì sera quando, chiamata dal servizio di sicurezza, la polizia municipale arriva alla Rinascente. Ma bloccare Marco Carta, 34...
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Marco Carta, vigilante della Rinascente: è entrato con la donna in camerino e le magliette sono sparite
Marco Carta si sfoga dopo l'arresto: «Scosso ma felice, non dico chi ha rubato»
Per gli uomini del nucleo Reati predatori è stato un intervento movimentato, avvicinare Carta e riaccompagnarlo con discrezione all'interno per il controllo dei sacchetti ha richiesto più tempo del previsto. E quando sono spuntate le magliette senza placca antitaccheggio e il cacciavite, lui ha dato la colpa alla donna: «È stata lei, è tutto nella sua borsa. Io non ho fatto nulla, non ho rubato». Versione ribadita in aula sabato mattina, ma in contrasto con il verbale del vigilante in borghese che li ha pedinati: «Lui entra nel camerino al terzo piano, lei resta fuori e gli passa una maglia alla volta, poi la borsa.
Quando Carta esce non ha più le maglie in mano». Ed è sempre il cantante, ripreso dalle telecamere, «a entrare e uscire immediatamente» dal bagno dove sono state trovate le placche. La coppia però non si è accorta dei piccoli adesivi antifurto, così è scattato l'allarme. Il 20 settembre Carta sarà processato, a salvarlo dalla convalida del fermo è stata una sentenza della Cassazione del 2016 sulla detenzione della refurtiva, che al momento del fermo non era in suo possesso. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino