Massimo D'Alema indagato a Napoli: navi e armi in Colombia, scattano le perquisizioni

Spunta la mazzetta da 80 milioni di euro, da dividere in due parti: agli italiani e ai colombiani

Massimo D'Alema
Armi, aerei, navi e sommergibili in Colombia, una mazzetta da 80 milioni di euro, da dividere in due parti: agli italiani e ai colombiani. Sono questi gli aspetti che la Procura...

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Armi, aerei, navi e sommergibili in Colombia, una mazzetta da 80 milioni di euro, da dividere in due parti: agli italiani e ai colombiani. Sono questi gli aspetti che la Procura di Napoli cerca di verificare, mandando a perquisire studi, case e uffici di esponenti del mondo politico, manager di Stato, presunti faccendieri e uomini di affari. Intrigo internazionale, indagati eccellenti: vengono infatti perquisiti gli uffici dell'ex presidente del consiglio e ministro degli Esteri Massimo D'Alema e del manager di Leonardo Alessandro Profumo, Giuseppe Giordo, ex direttore generale di Fincantieri. Ma partiamo dalla ricostruzione dei pm di Napoli: i fatti risalgono a una data prossima al 27 gennaio 2022, periodo nel quale la Colombia intende perfezionare l'acquisito di navi, aerei e armi per una commessa da 4 miliardi di euro. Secondo gli inquirenti, in questa fase sarebbe entrato in gioco D'Alema, compulsato dall'imprenditore Giancarlo Mazzotta, che si sarebbe mosso su richiesta dei due intermediari pugliesi Francesco Amato e Emanuele Caruso. Inchiesta dei pm Pavia e Piscitelli e dell'aggiunto Milita, a leggere le carte D'Alema avrebbe segnalato uno studio legale statunitense, il «Robert Allen Law» di Miami, in Florida, che avrebbe dovuto portare a termine la trattativa. È questo il punto su cui la Procura di Napoli ipotizza l'accusa di corruzione internazionale aggravata (con il coinvolgimento «di un gruppo criminale organizzato transnazionale attivo tra Italia, Usa, Colombia e anche in altri Stati»). 

Su un affare da 4 miliardi di euro, sarebbe stata concertata una tangente da 80 milioni di euro, da dividere in parti uguali: 40 milioni ai colombiani, 40 agli italiani. Un affare saltato, per motivi ancora poco chiari. Soldi destinati, secondo la Digos e la Procura, a Edgardo Fierro Flores (capo del gruppo di lavoro per la presentazione di opportunità in Colombia), Marta Lucia Ramirez (ministro degli esteri e vicepresidente della Colombia), German Monroy Ramirez e Francisco Joya Prieto (entrambi delegati della seconda commissione del Senato della Colombia) ma anche ad altri in corso di identificazione. La promessa ai colombiani sarebbe stata fatta da Amato e Caruso, in una trattativa mai decollata. Ma come mai una simile storia è finita al vaglio dei pm della Procura di Napoli? Stando a quanto emerso finora, si parte da una denuncia dell'ex deputato di Italia Viva (ed ex Pd), il napoletano Gennaro Migliore, che aveva segnalato in un esposto una sorta di anomalia: due intermediari pugliesi avrebbero usato il logo dell'Assemblea parlamentari mediterranei, forse per accreditarsi su scala internazionale (come è stato possibile verificare dallo spulcio delle fonti aperte). Una strategia che ha insospettito Migliore (al vertice dell'associazione), che ha denunciato il caso. Agli atti anche la registrazione di una telefonata nella quale si ascolta la voce di D'Alema, mentre discute proprio della possibile compravendita sull'asse Roma-Bogotà. 

Tutto ruota attorno a presunti illeciti per due compravendite alla Colombia di aerei M346 e di corvette e sommergibili prodotti da società italiane con partecipazione pubblica, come appunto Leonardo e Fincantieri. Sono tanti gli aspetti ancora da verificare. Come la storia dell'Audit interno avviato un anno fa dall'allora presidente di Leonardo Luciano Carta (deleghe ai rapporti internazionali, oltre alla direzione dell'internal auditing), il cui contenuto potrebbe finire al vaglio della Procura di Napoli. Verifiche in corso, arrivano reazioni dei diretti interessati. Spiega Gianluca Longo, avvocato dell'ex premier: «Il presidente D'Alema ha fornito la massima collaborazione all'autorità giudiziaria. Siamo certi che sarà dimostrata la più assoluta infondatezza dell'ipotesi di reato a suo carico». Di «costruzione giuridica assolutamente ardita» parla invece l'avvocato Cesare Placanica, difensore di Giordo. Per quanto riguarda Profumo, va ricordato che il 6 aprile dello scorso anno, davanti alla Commissione Difesa del Senato, l'ad volle specificare che D'Alema non ha mai avuto «alcun mandato formale o informale a trattare per conto di Leonardo» la vendita di aerei M346 Fighter Attack alla Colombia. 

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Il Mattino