Mattarella bis, silenzio tra i leader dei partiti: così Renzi è rimasto solo

Mattarella bis, silenzio tra i leader dei partiti: così Renzi è rimasto solo
Sei minuti di applausi scroscianti e nel mezzo un coro di voci che dalla platea e dai palchi del teatro alla Scala hanno a più riprese intonato il bisssss, provando con...

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Sei minuti di applausi scroscianti e nel mezzo un coro di voci che dalla platea e dai palchi del teatro alla Scala hanno a più riprese intonato il bisssss, provando con quell'allungo finale a convincere il presidente Sergio Mattarella a dilatare anche la sua permanenza al Quirinale. Un'accoglienza che il pubblico milanese già in passato ha riservato ad altri presidenti della Repubblica, ma che quest'anno, rispetto ad altre volte, è piena di significati altri e di emotività da travalicare il recinto del garbo istituzionale e di un bon ton patriottico. Eppure, per quanto l'immagine del Capo dello Stato in piedi nel palco reale con tutto il pubblico in piedi a rendergli omaggio si prestasse perfettamente alla pubblicazione sui social network anche per la sua coerenza all'imperante declinazione pop della politica, nessuno dei nostri leader politici, fatta eccezione per il segretario di Italia Viva, si è preoccupato di pubblicare un post. Né Giuseppe Conte, né i due leader del centrodestra Matteo Salvini e Giorgia Meloni, quest'ultimi da sempre attenti a intestarsi tutte le battaglie a difesa dell'identità tricolore, hanno scelto di condividere con le rispettive fandome l'affetto tributato al presidente della Repubblica. All'appello, però, mancano anche il segretario del Partito Democratico, Enrico Letta, il fondatore di Forza Italia, Silvio Berlusconi, così come per continuare l'elenco degli assenti, il leader di Azione Carlo Calenda. 

L'unico a scegliere di pubblicare a stretto giro sui tre diversi canali social Facebook, Instagram e Twitter, pur se ha replicato meccanicamente lo stesso testo, è stato Matteo Renzi che ha commentato: «Belle le immagini di Milano con La Scala che applaude il Presidente Mattarella. Sembrano lontani i tempi in cui qualcuno lo riteneva non all'altezza o altri volevano metterlo in stato di accusa. Oggi tutti insieme possiamo dire: #GraziePresidente».

Il breve testo scritto da Renzi, premiato dagli utenti che ovviamente hanno solo badato all'emotività del post basti pensare che le tre pubblicazioni hanno ottenuto complessivamente nelle prime 24 ore poco meno di 25mila interazioni sommando i commenti, le condivisioni e i like di Facebook, Instagram e Twitter - è comunque un mini capolavoro politico, perché nel silenzio distratto degli altri leader di partito, inizia a far le prove generali per provare a fissare le coordinate da seguire per la scelta del successore di Mattarella. Renzi ha colto al balzo l'occasione della Prima alla Scala abbinata all'intrinseca capacità delle piattaforme social di amplificare il messaggio, senza commettere peraltro l'errore di portarsi nella mischia il presidente Mattarella, anzi ringraziandolo pure, per tracciare palesemente delle distanze che influenzeranno il prima e, molto probabilmente anche quanto succederà dopo le elezioni presidenziali. 

La corsa per il Quirinale, almeno quella carsica, è entrata nel vivo già da qualche settimana e nonostante le smentite di facciata dei possibili protagonisti o dei decision makers veri e presunti al lavoro per tessere alleanze, in rete negli ultimi sette giorni Google Trends, strumento di analisi che ci restituisce la bussola degli interessi di ricerca degli italiani in rete, conferma come la parola più digitata tra Mattarella, Berlusconi, Draghi e Quirinale, sia proprio quest'ultima. Infatti, a parte il picco del 5 dicembre registrato da Berlusconi, come termine di ricerca, e scaturito dalla dichiarazione del leader di Forza Italia, peraltro lanciatissimo per la corsa presidenziale, a favore del Movimento 5 Stelle «ha dato voce a un disagio reale che merita rispetto» è per l'appunto il termine Quirinale a generare il numero più alto di ricerche. Con una curiosità geografica per nulla trascurabile: la regione dove si effettua con più frequenza la ricerca è il Lazio.

Infine, guardando sempre a ciò che avviene nella realtà digitale, altra curiosità non secondaria che rimanda al fiuto renziano di poco fa e alla percezione che possa avere un ruolo nel mosaico delle alleanze, riguarda gli hashtag che gli utenti associano al tema Quirinale. Depurati dai nomi dei possibili nuovi inquilini, cioè Draghi e Berlusconi, è proprio il nome di Renzi a trovare spazio e visibilità prima degli altri leader politici. 

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Il Mattino