Intesa sul programma, ma, almeno per ora, il partito unitario può attendere. Tra Mdp e Giuliano Pisapia si registrano passi avanti sui contenuti, a partire dalle proposte...
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Un bilancio quindi in chiaro scuro, visto da entrambe le parti, quello che emerge al termine del faccia a faccia tra Roberto Speranza e l'ex Sindaco di Milano, davanti a centinaia di persone, nella giornata conclusiva della festa nazionale Mdp, nel Chiostro di Santa Chiara, a Napoli. Un dialogo che conclude giorni di tumultuoso dibattito, soprattutto sui giornali, circa la presunta sfida sulla leadership di una forza a sinistra del Pd, tutta ancora da creare. La Presidente della Camera Laura Boldrini, ospite anche lei oggi della festa, ha ricevuto tantissimi applausi quando ha sottolineato come «il popolo di centrosinistra sia molto più unito dei suoi rappresentanti» condividendo «i valori della Costituzione, dell'antifascismo, nell'inclusione». «La responsabilità - ammonisce Boldrini - sta ora nell'andare incontro a questi valori».
E proprio su come assolvere questo compito, Speranza e Pisapia restano distanti. Secondo l'ex capogruppo Pd, serve «uno scatto vero». «Noi siamo pronti», incalza. «Abbiamo costruito un movimento non un partito, ora serve una grande assemblea democratica per dare vita a una nuova storia». Un appello preciso che l'ex sindaco raccoglie solo in parte. Nessun cenno all'assemblea unitaria. Anzi, lasciando Napoli dà appuntamento all'iniziativa di Campo Progressista di metà ottobre. Ma soprattutto, la convinzione che «bisogna andare avanti insieme con tutto il popolo, non unendo due sigle». «Vi ringrazio dell'invito ma io - punzecchia - questa festa l'avrei fatta assieme». Quindi, l'ennesimo riferimento al Pd assai indigesto ai militanti Mdp: «Ieri con l'area liberal del partito mi sono trovato perfettamente in sintonia», accenna.
Piena armonia, invece, in materia elettorale. E su questo tema, Mdp può vantare di aver ottenuto un importante punto a suo favore. Nel caso in cui passasse il Rosatellum, Pisapia ha infatti ammesso che non potrebbe candidarsi nei collegi assieme al partito di Renzi, ma si unirebbe a Mdp, con l'obiettivo comune «di avere un voto più del Pd». Un passo avanti verso la creazione di una lista unitaria, ma certamente non quello definitivo. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino