OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Italia Albania, cosa prevede l'accordo sui migranti
È un patto nato sulla scia dell’emergenza, in una rovente settimana di agosto. Ma è destinato a durare a lungo: cinque anni, prorogabile di altri cinque, salvo disdetta entro sei mesi dalla scadenza. Quattordici articoli racchiudono l’intesa tra Italia e Albania che segna «una svolta» nella gestione dei migranti per Giorgia Meloni. Ecco dunque i dettagli, a due giorni dall’entente cordiale siglata a Palazzo Chigi tra la premier italiana e l’omologo albanese Edi Rama.
L’ACCORDO
II Paese est-europeo metterà a disposizione del governo italiano due aree - il porto di Shengjin, a settanta chilometri dalla capitale Tirana, e la zona interna di Gjader - per costruire le strutture che dovranno ospitare temporaneamente i migranti. Quanti? L’accordo specifica che il numero di migranti presenti «contemporaneamente» nel territorio albanese «non potrà essere superiore a tremila». Dovranno restare nelle strutture solo per «il tempo strettamente necessario» ad espletare le procedure «di frontiera o di rimpatrio». Senza possibilità di uscire finché non saranno terminati i controlli. Come ha spiegato ieri il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, i centri di raccolta in Albania non saranno Centri di permanenza e rimpatrio (Cpr)- le strutture italiane per le espulsioni - ma serviranno solo al controllo dei documenti e dei requisiti dei migranti per un periodo molto più breve: 28 giorni al massimo. Un ritmo che permetterà al Paese balcanico di ospitare circa tremila persone ogni mese, per un totale di trentaseimila l’anno, stando alle stime del governo.
Dall’accordo emerge una divisione dei ruoli chirurgica. L’Albania fornirà le aree per ospitare i centri dove saranno esaminate le richieste dei migranti salvati nel Mediterraneo.
LE REAZIONI
Eccolo nero su bianco, il patto di ferro tra Meloni e Rama che crea un precedente in Ue, appaltando a un Paese extra-comunitario un pezzo della gestione dei flussi nel Mediterraneo. Le opposizioni in Italia l’hanno ribattezzato «la nostra Guantanamo» e promettono battaglia, «è illegittimo» sentenzia il Pd di Elly Schlein, mentre in Albania l’annuncio del socialista Rama finisce sotto il tiro della minoranza di centrodestra. In attesa di un parere dalla Commissione europea, il protocollo italo-albanese mette in chiaro che i centri per migranti saranno «in conformità con il diritto internazionale ed europeo» così come dei «diritti universali dell’uomo». Anche per questo, si legge, sarà garantito il diritto alla difesa dei migranti con l’accesso alle strutture di avvocati e ausiliari, Ong e agenzie Ue. Questi gli accordi firmati. E difesi da Meloni e dal governo dopo il tiro continuo delle opposizioni. «È un passo significativo - dice il leader della Lega Matteo Salvini con una frecciata finale all’Ue: «Tirana merita un grazie, Bruxelles no».
Leggi l'articolo completo su
Il Mattino