Qualche giorno fa lo scontro con Malta, ieri quello con la Francia di Macron. Parole ruvide quelle del presidente francese che, incalzato dai suoi parlamentari, ha giudicato la...
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Il riferimento, nemmeno tanto implicito, è alla politica seguita da Parigi al confine con Ventimiglia. Conte nella nota puntualizza anche che «il Governo italiano non ha mai abbandonato o lasciato sole le quasi 700 persone a bordo dell'Aquarius». Non solo, la nave «è stata sin da subito affiancata da due motovedette che hanno offerto tutto il supporto necessario. L'Italia ha anche offerto la possibilità di far scendere dalla nave le donne in stato di gravidanza, i bambini e chiunque avesse bisogno di cure, ma da Aquarius è arrivato un rifiuto a conferma del fatto che a bordo non era in corso alcuna emergenza». Poi si ricordano i fatti. Ovvero che l'Italia ha «preso atto che del rifiuto di Malta a collaborare e a permettere lo sbarco delle persone a bordo dell'Aquarius» e che - solo dopo - l'Italia ha «accolto un inedito gesto di solidarietà arrivato dalla Spagna», mentre «lo stesso gesto non è arrivato dalla Francia, che anzi ha più volte adottato politiche ben più rigide e ciniche in materia di accoglienza». La nota conclude ricordando che «due navi italiane si sono occupate del trasbordo dei migranti dall'Aquarius e le stesse li accompagneranno in tutta sicurezza a Valencia».
Nessun gesto irresponsabile, quindi, perché l'Italia «ancora una volta si è assunta le sue responsabilità e ha garantito la sicurezza di uomini, donne e bambini, mettendo in campo azioni concrete. Agli altri nostri alleati lasciamo le parole». Il governo si mostra compatto nella gestione della vicenda, di cui oggi Matteo Salvini riferirà nell'aula del Senato. Le accuse della Francia e i toni non benevoli della Spagna permettono al governo di incassare anche parole di solidarietà di una parte delle opposizioni. Ciò che comunque non è in discussione è l'intenzione di Conte di riprendere in mano la trattativa sulle modifiche del trattato di Dublino, che si è arenata anche per il voto contrario dato di recente, e per motivi opposti, dai ministri dell'Interno dei Ventotto. L'appuntamento decisivo potrebbe essere il Consiglio europeo di fine mese che, all'ordine del giorno, ha proprio la modifica del trattato che obbliga il paese di prima accoglienza a «gestire» l'immigrato e a riaccoglierlo qualora si sposti in altri paesi dell'Unione.
Venerdì Conte sarà a pranzo con Macron all'Eliseo proprio per discutere di una possibile proposta che il presidente francese intende anche concertare con la Cancelliera Merkel nell'incontro che avrà martedì a Berlino. Sempre a Berlino, e sempre per lo stesso motivo, lunedì sera Conte avrà un incontro con la Merkel. Che qualcosa si stia muovendo, ieri lo si è compreso anche dalle parole del commissario europeo all'immigrazione Avramopoulos che ha ringraziato l'Italia. Anche perché mentre si discuteva dove far attraccare l'Aquarius, un'altra nave ha scaricato in Sicilia novecento migranti. Numeri che sono ben al di sotto delle medie dello scorso anno, ma ciò che interessa al governo italiano è come attuare la politica dei respingimenti, costosa e che spesso deve fare i conti con le resistenze dei paesi di origine a riprendersi i profughi. Il governo chiede ai Ventotto solidarietà nell'accoglienza e un'attività di identificazione e di collocamento dei migranti. Non più quindi un obbligo di accoglienza solo perché sbarcati in Italia, Malta o Grecia, ma meccanismo di distribuzione legati a un obbligo di solidarietà. Richieste che Conte farà a Parigi, come a Berlino, e che sono in linea con la politica estera ed europea del Paese ma con una differenza non da poco: il veto che l'Italia non intende togliere al pagamento della nuova tranche di aiuti che la Ue si è impegnata dare alla Turchia affinché contenga i flussi via terra. Problema questo non da poco per l'Unione e, soprattutto, per la Germania. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino