Una marcia allegra e festosa, un'onda forte e tranquilla. «Siamo in 200 mila», twitta alle tre del pomeriggio l'assessore Pierfrancesco Majorino. Un'ora...
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In prima fila ci sono i bambini e i boy scout, con palloncini azzurri su cui è raffigurato un mappamondo. E po bandiere della pace, musica, carri, striscioni. «Il mondo che vogliamo è una storia a colori», recita uno. «Siamo tutti sulla stessa barca», ammonisce un altro. «Vogliamo vivere insieme», è l'augurio condiviso. In marcia nel serpentone due dei tre candidati alla segretaria del Pd che oggi si sfideranno nei gazebo delle primarie, Maurizio Martina e Nicola Zingaretti, l'ex presidente della Camera Laura Boldrini e il neosegretario della Cgil Maurizio Landini. Tanti volti noti della cultura e dello spettacolo, Roberto Vecchioni e Lella Costa, Claudio Bisio, Maria Amelia Monti e Ornella Vanoni, Malika Ayane, Giobbe Covatta. «Voi siete una poderosa testimonianza politica che l'Italia non è solo il Paese che viene descritto. Da qui, da Milano, può ripartire un'idea diversa d'Italia», afferma il sindaco ricordando le 1.200 associazioni che hanno aderito all'appello, i trenta gonfaloni che hanno sfilato e le organizzazioni presenti, dall'Anpi ai sindacati confederali, dall'Arci a Emergecy. «Abbiamo bisogno delle persone e di tornare alle persone», rilancia il governatore del Lazio Nicola Zingaretti, che posta sui social uno scatto insieme a Martina. «Da manifestazioni come questa va anche ricostruita la sinistra, tra le persone e non con le figurine e gli schemi dei politici. Questo governo non garantisce lavoro, sviluppo e benessere ma distribuisce tanto odio, rancore e divisione. L'Italia non può essere questo», riflette Zingaretti. E Martina condivide: «Il Pd unito è indispensabile per battere i seminatori d'odio in questo Paese, quelli che pensano che si costruisca il futuro dell'Italia sul rancore. Questa piazza ci chiede unità e apertura e noi non dobbiamo assolutamente deluderla». Nessuno cita apertamente il vicepremier Matteo Salvini e il segretario generale della Cgil Maurizio Landini spiega perché: «Non mandiamo un messaggio Salvini, ma al Paese che chiede di partecipare e di cambiare le politiche economiche. Il governo non sta combattendo le disuguaglianze. Questa piazza va oltre la sinistra, chiede l'unità sociale per riconoscere il lavoro come fondamento del Paese». E Zingaretti lo ribadisce in un post: «Solo quando metti prima le persone l'Italia è davvero più forte e più giusta. Questa è la nostra battaglia».
Sfilano le Mamme per la pelle, l'associazione nata per proteggere i bimbi di colore, subito dietro la nave lunga nove metri, ecologica e solidale, di Saving Humans, con la scritta «Zero sbarchi, 6 morti al giorno. Nel Mediterraneo annega l'Europa». Tante famiglie, coriandoli e ragazzi che ballano sulle note di People have the power. Dice Sala: «Oggi ci troviamo di fronte a uno spartiacque tra apertura e chiusura, tra qualche sogno autarchico che si manifesta nell'idea di trasmettere solo canzoni italiane alla radio e una visione internazionale». Milano, garantisce, può mostrare i benefici di una città aperta: «Sono i dati delle tantissime imprese aperte da stranieri, dei pochi bambini immigrati che hanno bisogno di assistenza con l'italiano, perché alla fine sono italiani». E si finisce così, con il corteo che balla con musica del dj italo nigeriano Simon Samaki Osagie. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino