Melzo, anziana uccisa e fatta a pezzi: la figlia resta in carcere per omicidio

Melzo, anziana uccisa e fatta a pezzi: la figlia resta in carcere per omicidio
Il gip di Milano Giulio Fanales ha convalidato il fermo e disposto la misura cautelare in carcere per omicidio volontario aggravato e vilipendio di cadavere aggravato per Rosa...

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Il gip di Milano Giulio Fanales ha convalidato il fermo e disposto la misura cautelare in carcere per omicidio volontario aggravato e vilipendio di cadavere aggravato per Rosa Fabbiano, 58 anni, finita a San Vittore per aver ucciso l'anziana madre Lucia Cipriano, 84 anni, trovata morta, dopo circa due mesi, e fatta a pezzi nella vasca da bagno della sua abitazione di Melzo, nel Milanese.

 

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Ieri la donna nell'interrogatorio davanti al giudice, alla presenza anche dell'aggiunto Laura Pedio e del pm Elisa Calanducci, titolari dell'inchiesta condotta dai carabinieri, si era avvalsa della facoltà di non rispondere, così come già aveva fatto davanti agli inquirenti nella serata di giovedì scorso. 

 

È «al di fuori di ogni logica rappresentazione l'ipotesi astratta» della morte «riconducibile a causa naturale, o comunque a fattore accidentale, cui avrebbe fatto seguito la sola attività di sezionamento del cadavere». Lo scrive il gip di Milano Giulio Fanales nell'ordinanza con cui ha confermato il carcere per Rosa Fabbiano per l'omicidio dell'anziana madre Lucia Cipriano a Melzo, nel Milanese. Se si propendesse per la versione della morte naturale, infatti, «rimarrebbero privi di ogni ratio i peculiari comportamenti serbati dall'indagata in occasione dell'ultima visita della sorella, da collocarsi palesemente nell'alveo delle reazioni scomposte all'approssimarsi della scoperta dell'accaduto».

 

Nell'ordinanza si legge anche la testimonianza di una badante romena che, oltre ad aver visto ancora in vita l'anziana il 24 marzo, ha riferito «di essere stata contattata, il 12 aprile» da un'amica «la quale si era lamentata del fumo e di un odore particolarmente cattivo fuoriuscenti dal bagno» della casa dell'84enne. E Rosa Fabbiano si era giustificata dicendo che era tutto dovuto al cattivo funzionamento della lavatrice. Così aveva risposto anche ad un'altra condomina del palazzo. A carico di Rosa Fabbiano, secondo il gip, c'è «un quadro probatorio granitico». La circostanza che ha visto la donna «tenere simili deprecabili condotte, successive alla causazione della morte, malgrado il contesto condominiale, con il conseguente aumento esponenziale del rischio della propria scoperta», scrive ancora il gip, «rende evidente» come le sue azioni ben possano «collocarsi al di fuori di ogni stringente logica in termini di 'rapporto costi - beneficì». (

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Il Mattino