Violentate in auto in stato di semi-incoscienza, spossate dalla stanchezza per la notte sfrenata in discoteca e per il tanto alcol assunto, dall'uomo a cui invece avevano...
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L'uomo, un albanese regolare che lavora nella pizzeria di famiglia, con piccoli precedenti ma non nel campo dei reati sessuali, è stato alla fine individuato dagli investigatori della Squadra mobile (e arrestato giovedì scorso) partiti da un video realizzato da una delle due vittime mentre tornava a casa con due suoi amici (che però sono scesi dall'auto prima di lei), in cui si vedeva l'interno dell'abitacolo e il particolare di un cuore rosso di stoffa appeso allo specchietto retrovisore. Un particolare che, insieme all'accento napoletano, al modello dell'auto, e alla descrizione di lei e dei suoi amici (con ricordi però tutti egualmente un pò confusi) ha portato all'individuazione del presunto violentatore, prima riconosciuto e poi definitivamente inchiodato dal dna repertato nel corso della visita medica alla clinica Mangiagalli cui la ragazza del secondo episodio, avvenuto l'11 novembre scorso, si è fatta sottoporre il giorno dopo. Il primo episodio risale al 24 luglio 2016 ed era stato «ormai archiviato», come hanno ricordato gli inquirenti, oggi, nel corso di un incontro con la stampa avvenuto in questura.
Le due aggressioni però sono avvenute con modalità quasi uguali, e questo ha permesso di riaprire anche il primo caso.
Il Mattino