Minacce, pedinamenti e fotomontaggi porno: donna nei guai per stalking

Minacce, pedinamenti e fotomontaggi porno: donna nei guai per stalking
Prima i graffi all'auto, poi i messaggi minatori e i fotomontaggi diffamanti, infine i pedinamenti nel corso dei quali è arrivata ad avvicinare la figlia della nuova...

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Prima i graffi all'auto, poi i messaggi minatori e i fotomontaggi diffamanti, infine i pedinamenti nel corso dei quali è arrivata ad avvicinare la figlia della nuova compagna dell'ex con frasi tutt'altro che rassicuranti. La rabbia per una relazione finita si è trasformata in un crescendo di atti persecutori che hanno costretto il tribunale ad intervenire. Protagonista della vicenda una donna del capoluogo di 39 anni.


Nei suoi confronti il gip Antonello Bracaglia Morante, su richiesta della Procura, ha disposto il divieto di avvicinamento entro il raggio dei 100 metri all'ex fidanzato, alla nuova compagna di lui, agli ex suoceri e alla figlia di lei. Il provvedimento è stato notificato ieri e giunge al culmine di una storia di stalking che andava avanti da oltre un anno.

All'origine una relazione troncata due anni fa senza alcun contraccolpo da parte di entrambi. La situazione è cambiata quando l'ex ha iniziato una nuova storia con un'altra donna. A quel punto, nell'estate dello scorso anno, sono partiti i primi messaggi in cui le chiedeva con sempre più insistenza di riprendere la relazione. Poi le minacce. Successivamente l'uomo si è visto danneggiare l'auto, ha presentato una denuncia contro la donna, che è stata però archiviata. Poi i messaggi intimidatori sono cominciati ad arrivare ai genitori dell'ex e alla nuova compagna di lui, fatta bersaglio anche di fotomontaggi, diffusi pure sui social network, in cui la ritraevano in atteggiamenti da pornodiva.

Non contenta, la donna ha cominciato a pedinare l'ex e la fidanzata, fino a quando in un paio di episodi, uno dei quali anche all'interno della Villa comunale del capoluogo, si sarebbe avvicinata alla figlia di lei, una bimba di due anni, dicendole: «Vieni con me che ti porto a fare un giro». Una sorta di velata minaccia di rapimento, ovviamente mai concretizzatasi.


Nel giro di un anno la donna ha accumulato tra le 5 e le 6 querele, e il fatto che avesse avvicinato anche la bambina, segno di uno stato psicologico non tranquillizzante per l'incolumità altrui, ha indotto la procura a chiedere una misura restrittiva, che è stata appunto concessa dal gip Bracaglia Morante. La donna, difesa dall'avvocato Nicola Ottaviani, presto sarà sentita dai magistrati. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino