Morto Livio Caputo, ex direttore de «Il Giornale» e storica firma del giornalismo italiano

Morto Livio Caputo, ex direttore de "Il Giornale" e storica firma del giornalismo italiano. L'annuncio oggi, nel giorno di insediamendo di Augusto Minzolini
Livio Caputo, 87 anni, una delle storiche firme de "Il Giornale", si è spento oggi - 14 giugno 2021 - proprio nel giorno in cui è stato annunciato il...

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Livio Caputo, 87 anni, una delle storiche firme de "Il Giornale", si è spento oggi - 14 giugno 2021 - proprio nel giorno in cui è stato annunciato il nome - Augusto Minzolini - del nuovo direttore del quotidiano (di cui aveva assunto l'interim dopo le dimissioni di Alessandro Sallusti, il 17 maggio 2021).

Giornalista e scrittore, amico di Indro Montanelli, considerato uno degli esponenti più in vista del movimento liberale italiano, Caputo era nato a Vienna il 24 agosto del 1933, da padre piemontese di ascendenze napoletane e madre triestina. E per questo è stato considerato il più liberale tra i giornalisti italiani, con una formazione cosmopolita forgiata nella cultura mitteleuropea, che lo ha portato a girare mezzo mondo.

Dopo una laurea in Giurisprudenza a Torino, aveva intrapreso la carriera giornalistica già durante gli anni dello studio, diventando come corrispondente da Bonn per il "Corriere d'Informazione" e il settimanale "Gente", per poi trasferirsi a Londra come inviato dei quotidiani "Il Resto del Carlino" e "La Nazione" e del settimanale "Epoca".

Dopo l'esperienza londinese, nel 1965 venne inviato a New York, come capo della redazione dei periodici della Arnoldo Mondadori Editore. Rientrato in Italia nel 1970, fu inviato per "Epoca", di cui divenne per un breve periodo direttore nel 1976. In seguito entrò come inviato ed editorialista al "Il Giornale", fondato e diretto da Indro Montanelli, e si distinse come uno dei commentatori di "Telemontecarlo".

Nel 1979 è subentrato a Nino Nutrizio alla guida del quotidiano "La Notte", restando in carica fino al 1984, quando il giornale venne ceduto al gruppo Rusconi. Passato al "Corriere della Sera" come capo dei servizi esteri, nel 1992 è tornato al "Giornale" come vicedirettore. La collaborazione continua tuttora con articoli di politica estera e con la rubrica quotidiana di risposte alle missive dei lettori «Dalla vostra parte».

Nel corso della sua lunga carriera ha intervistato molti leader mondiali, dal presidente americano Johnson al cancelliere tedesco Brandt, dal presidente francese Pompidou al premier israeliano Rabin. Caputo ha scritto tre libri incentrati sulle vicende della politica italiana: «Un anno in trincea» (1980), «Cittadino, pover'uomo» (1982), «Con rabbia e con amore» (1984).

Nel 1994 si è candidato al Senato nelle file di Forza Italia nel collegio di Bergamo, è stato eletto ed è diventato prima vice capogruppo vicario e poi sottosegretario agli Affari Esteri. Non è stato rieletto nel 1996, ma l'anno seguente è entrato nel Consiglio comunale di Milano, dove è rimasto fino al 2006.

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Il Mattino