È stato firmato ieri, a Palazzo San Giacomo, un protocollo d’intesa tra il Comune di Napoli e l’Università Parthenope per istituire a piazza Neghelli,...
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Si tratta di un primo passo verso l’opera di riqualificazione di un’area che comprende diverse costruzioni in stato di degrado avanzato, come raccontammo già tempo fa. Tra piazza Neghelli e via Caduti di Nassiriya, nello spazio di pochi chilometri quadrati all’estremità di viale Cavalleggeri d’Aosta, ci sono i resti della vecchia caserma militare, un paio di edifici scolastici in disuso e l’aula bunker, dove negli anni 80 fu celebrato il processo a Raffaele Cutolo, e che è rimasto solo un grosso cubo di cemento armato di cui oggi è difficile immaginare un possibile riutilizzo. Perciò il rilevamento da parte della Parthenope di uno di questi edifici abbandonati, oltre a dare respiro alle disagiate finanze comunali, è motivo di speranza per i residenti, che sognano un risveglio culturale e sociale di questa zona posta tra i quartieri tra Fuorigrotta e Bagnoli.
Alla firma del protocollo erano presenti, oltre al sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, e al rettore dell’Università Parthenope, Alberto Carotenuto, gli assessori alla scuola e al patrimonio, Annamaria Palmieri e Alessandra Clemente, la dirigente scolastica dell’IC Gigante-Neghelli, Giuseppina Lanzaro, il presidente della X Municipalità, Diego Civitillo, e il presidente della Commissione Scuola, Luigi Felaco.
«È un protocollo proficuo e concreto, molto utile per la città, che mette insieme Comune, Municipalità, scuola e università – ha dichiarato il primo cittadino di Napoli al termine della conferenza durante la quale è stato firmato l’accordo –. Un modo d’intendere il patrimonio in maniera proficua rispetto alle esigenze del territorio della nostra città».
Vedi servizio sul degrado di Cavalleggeri d’Aosta
«Finalmente anche Cavalleggeri avrà una sede universitaria – ha scritto il presidente della X Municipalità, Diego Civitillo, sulla sua pagina Facebook –. Proprio dove altri vorrebbero realizzare un carcere, noi rispondiamo con cultura, aggregazione e servizi per la comunità». E il riferimento è all’ipotesi ventilata tempo fa di costruire un edificio penitenziario dove ora sorge ciò che resta della vecchia caserma militare. Con l’arrivo di una sede universitaria nella zona i residenti si augurano che quell’idea sia stata abbandonata definitivamente. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino