Nessuno strappo, niente passi indietro. Napoli va avanti, conferma la fiducia al suo ufficiale, al capitano Gianpaolo Scafarto, indicandolo come uno dei punti cardine...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Palazzo di giustizia, torre blindata, il giorno dopo non si parla d'altro. Lo stesso argomento rimbalza da un'aula di giustizia al bar, dai corridoi alle varie sezioni di pm partenopei che si ritrovano alle prese con l'ultimo caso Napoli: il comandante Scafarto indagato a Roma, la storia dei brogliacci e delle trascrizioni, la necessità di ridare slancio ai filoni di indagine coordinati fino a questo momento dal comandante finito sotto inchiesta. Che fa Napoli? Nessuna dichiarazione ufficiale, ma la distanza con Roma sembra evidente.
Se a Piazzale Clodio, nel giro di due mesi, i pm romani hanno firmato un uno-due dirompente (prima la revoca del Noe dalle indagini Consip, per la storia delle fughe di notizia; poi l'accusa di falso a carico dell'ufficiale titolare delle indagini napoletane), qui nel Palazzo c'è fermezza, compattezza, determinazione. Si va avanti, punto e basta. Scafarto resta l'ufficiale sul cui lavoro fanno leva le indagini a carico del cosiddetto sistema Romeo, quello delle presunte tangenti che vanno dalla spa offerta al vigile urbano per sanzionare una pizzetteria all'esterno dell'hotel di via Colombo, agli appalti milionari presi in mezza Italia.
Nessun commento sulle accuse legate al carabiniere, né agli articoli di giornale che parlano di complotto a tavolino per creare false prove contro Tiziano Renzi e gli uomini del giglio magico. Si va avanti, dunque.
Continua a leggere su Il Mattino Digital Leggi l'articolo completo su
Il Mattino