Da Napoli il vaccino contro il cancro: «A 80 anni non mi arrendo al male»

Da Napoli il vaccino contro il cancro: «A 80 anni non mi arrendo al male»
Nonno Luigi, ottant'anni, di arrendersi alla malattia non ne vuole sapere. Lui, abituato a vedersela con la Natura che per anni ha sfidato con eroismo, come solo gli...

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Nonno Luigi, ottant'anni, di arrendersi alla malattia non ne vuole sapere. Lui, abituato a vedersela con la Natura che per anni ha sfidato con eroismo, come solo gli agricoltori sanno fare, non ci ha pensato su neppure una volta quando gli hanno proposto di sottoporsi alla sperimentazione del vaccino anti cancro al fegato.


Luigi Turco di Marano, un paesone attaccato a Napoli, è il primo paziente campano a essere sottoposto alla cura con Hepavac. Un uomo di altri tempi, sorpreso del clamore suscitato dall'essere il primo napoletano a sperimentare il vaccino per il dare scacco al tumore al fegato.

Come è iniziata la sua malattia?
«Nel 1991 ho scoperto di avere l'epatite C. Oggi so che può essere curata ma a quel tempo non c'erano farmaci. Mi controllavo ma poi l'infezione è diventata cronica ed è degenerata prima in cirrosi e poi in epatocarcinoma». Quando le è stato diagnosticato il tumore?
 
«Era il 2006, dopo un controllo. E ho avuto paura».
E poi quali cure ha seguito? «Sono stato operato 4 volte e ho praticato altrettanti trattamenti in radiofrequenza. Con un ago nel fegato cercavano di bruciare le cellule malate. Stavo bene per un po' e poi il nemico si ripresentava. L'ultimo intervento è di cinque mesi fa».

Cosa si aspetta da questa nuova cura?
«Di poter vivere ancora a lungo. Lavoro ancora nei miei campi, produco roba genuina che quelli come me, che amano la terra, coltivano ancora nella maggior parte di queste zone».

Cosa le hanno detto i medici?
«Che con questo vaccino posso avere il 70 per cento delle probabilità che il tumore non ritorni più. Sarebbe una liberazione. Finora la malattia si è riproposta ogni due anni. Ho grande fiducia nei medici del Pascale. Sono diventato loro amico e di tutti gli operatori. Mi hanno adottato. Sono il loro paziente più affezionato».

Quando ha iniziato la nuova cura?
«La prima iniezione l'ho fatta venerdì scorso, giovedì farò la seconda puntura. Quindi le altre sette di seguito».

Come si sente?
«Benissimo».

Cosa pensa di chi va a curarsi al Nord?

«Ognuno è libero quando si tratta della salute di fare quello che vuole. Ogni caso è una storia a sé, ma al Pascale ci sono strutture e medici altamente preparati. Io quando mi sono ammalato non ho mai pensato di andare in un altro ospedale che non fosse il Pascale. Certo, se mi fossi trovato male, sarei andato altrove. Ma così non è stato. Io sono napoletano, e sono contento di potermi curare a Napoli». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino