NAZIONI UNITE - Al via la settimana più importante dell’anno per la diplomazia mondiale. La 73esima Assemblea Generale dell’Onu comincerà formalmente...
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E ad aprire le danze alle prime luci dell’alba è stato proprio il suo protagonista più atteso e di gran lunga più discusso: Donald Trump, infatti, ha partecipato a un evento sulla piaga globale della droga.
Accanto a lui, colei che è divenuta oramai il suo braccio destro, l’ambasciatrice Nikki Haley.
A fare da padrone di casa, invece, il segretario generale António Guterres.
Grande cordialità tra le mura del Consiglio di Amministrazione Fiduciaria e addirittura un ostentato ottimismo da parte di un tycoon che ci tiene a sottolineare quanto di buono possano fare «le Nazioni Unite quando sono davvero...unite».
Nessun passo indietro, però, rispetto al suo mantra «America First». E mentre gli altri grandi del mondo si chiedono cosa dirà dal podio della plenaria, un lungo elenco di grane interne continuano ad accompagnarlo e ad oscurarne il cammino.
Dal giudice da lui proposto per la Corte suprema, quel Brett Kavanaugh finito nel mirino dei media e della stessa giustizia per una brutta faccenda di molestie sessuali, al solito vortice fatto di indagini e sospetti che ruota attorno al Russiagate.
Giornate difficili in cui, come sempre del resto, proverà a spostare il baricentro delle attenzioni del pubblico sullo scacchiere internazionale che gli interessa meno ma che, proprio perché complicato e teso, paradossalmente gli viene in soccorso.
Il tutto in piena vigilia di elezioni di metà mandato (si vota il 6 novembre, ndr).
I temi al centro dell’agenda sono sicurezza, migrazioni ed economia.
Temi evidentemente molto cari anche all’Italia che, aspettando il presidente del Consiglio Giuseppe Conte in arrivo qui a New York martedì, prende la parola attraverso il ministro degli Esteri Enzo Moavero.
«Questi fori internazionali sono spesso dati per scontati o vengono comunque sottovalutati. In realtà, sono essenziali: se ci si parla qui, non si litiga altrove».
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Il Mattino