Acquistavano cocaina e hashish in Marocco, e poi lo importavano dalla Spagna fino all'Italia, dove le commercializzavano, in prevalenza a Torino. Un organizzazione criminale...
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Le ordinanze di custodia cautelare sono state eseguite nella provincia di Torino, in altre località del territorio nazionale e in Spagna. I reati ipotizzati sono associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di droga e detenzione illecita di armi. Gli arresti arrivano dopo una lunga e articolata indagine nei confronti del gruppo criminale, legato alla ndrangheta e «dedito stabilmente - affermano i carabinieri - al traffico di ingenti quantitativi di cocaina e hashish dalla Spagna all'Italia». In particolare sono stati individuati i canali di approvvigionamento, le modalità di trasporto e la rete di distribuzione dello stupefacente.
La droga arrivava in Italia nascosta in doppi fondi ricavati all'interno di autocarri o auto noleggiate o intestate a prestanome. A capo dell'organizzazione c'era Rocco Piscioneri, 69enne originario di Caulonia, provincia di Reggio Calabria, ma trapiantato in Spagna, dove era latitante. I carabinieri del Ros lo hanno fermato, in collaborazione con la polizia spagnola, a Malaga con il suo uomo di fiducia, Mario Antonio Di Giacomo, anch'egli latitante.
I dodici arrestati erano veri e propri broker della droga, specializzati nel mantenere i rapporti tra i narcos e la 'Ndrangheta. Le indagini hanno preso il via da una attività di osservazione nei confronti di Franco Pannozzo e Natale Lupia, nomi noti nel panorama criminale torinese, che viaggiavano in continuazione tra l'Italia e la Spagna e partecipavano a incontri riservatissimi tra il Piemonte, la Lombardia, la Liguria e la Calabria.
«È un'importante operazione che da il riscontro di un ambiente di legami che non tramontano mai».
Il Mattino