È polemica fra la magistratura minorile di Bari e i legali della famiglia di Nicolina Pacini, la 15enne uccisa con un colpo di pistola in faccia sparato dall'ex...
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«I bambini - spiega all'ANSA il presidente del Tribunale per i Minorenni di Bari, Riccardo Greco - erano stati affidati ai servizi sociali di Ischitella (Foggia) e collocati presso i nonni con la madre.
Per il difensore della famiglia di Nicolina, l'avvocato Gelsomina Cimino, invece, il provvedimento datato 1 ottobre 2013 del Tribunale per i Minori di Firenze «consacra la responsabilità dei servizi sociali e dei Tribunali. Nicolina - spiega in una una nota il legale - doveva essere protetta e quella mattina non doveva trovarsi là dove ha incontrato l'assassino, già denunciato e già conosciuto per i suoi gesti estremi».
Nel 2010 era stato il Tribunale per i Minorenni di Bari ad occuparsi di Nicolina e di suo fratello, disponendo il collocamento in comunità a Viareggio, dove i bambini si erano trasferiti con la madre. Il 18 aprile 2012 il Tribunale per i minorenni di Bari si era dichiarato incompetente per territorio «sul presupposto - si legge nel successivo provvedimento della magistratura minorile di Firenze - che i minori fossero collocati presso la comunità di Viareggio». In realtà, ricostruisce il Tribunale per i Minorenni di Firenze nel decreto del primo ottobre 2013, ultimo provvedimento giudiziario noto relativo all'affidamento di Nicolina e del fratello, «dal novembre 2011 la madre si era allontanata con i figli recandosi dai propri genitori» a Ischitella.
Nell'ottobre 2013, quindi, il Tribunale per il Minorenni di Firenze aveva disposto «l'affidamento dei minori ai servizi sociali di Ischitella» e il «loro collocamento con la madre presso la residenza dei nonni materni». Aveva conseguentemente dichiarato la propria incompetenza (essendo i bambini tornati in Puglia) incaricando i servizi sociali di Ischitella di rivolgersi alla magistratura minorile di Bari «qualora la situazione richieda la revoca o la modifica del presente provvedimento». Questo avveniva quando Antonio Di Paola, il 37enne che poi ha ucciso Nicolina e si suicidato subito dopo, ancora non frequentava la mamma, ed è questo l'ultimo atto relativo alla vicenda. «Della successiva situazione di pericolo - spiega ancora il presidente Greco - il Tribunale per i Minorenni di Bari non è mai stato informato». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino