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Un attacco a Nizza sconvolge la Francia. Due settimane fa, un professore decapitato all'uscita di scuola. Ieri tre persone, due sgozzate, un'altra decapitata, stavolta in chiesa, nel pieno centro di Nizza, da un terrorista tunisino sbarcato da qualche settimana a Lampedusa. Le autorità francesi hanno arrestato un uomo di 47 anni. Lo ha appreso “Bfmtv” da una fonte della polizia. L'uomo è sospettato di avere avuto contatti con il killer il giorno prima dell'attacco.
Prof decapitato a Parigi, la zia di una allieva era dell'Isis. E Al-Azhar condanna attacco
L'offensiva integralista contro la Francia - scatenata dalla fatwa contro gli autori delle c
aricature di Maometto - diventa un assedio proprio mentre il Paese è «travolto dal Covid», come ha detto ieri sera Macron. Poche ore dopo aver annunciato il lockdown, il presidente si è ritrovato a Nizza, fuori dalla chiesa, per l'ennesima tragedia che colpisce la Francia sotto il suo mandato. «Non cederemo», ha assicurato il capo dell'Eliseo in una breve dichiarazione dopo aver ringraziato le forze dell'ordine e i soccorritori. Poi ha annunciato, sintomo della gravità del momento, che i 3.000 militari dell'operazione Sentinelle chiamati a dar manforte alla prevenzione antiterrorismo dopo gli attentati del 2015 diventeranno da domani più del doppio nelle strade di Francia, passando a 7.000. Erano le 9 di mattina quando un uomo - che sarà identificato poi come Brahim Aouissaoui, 21 anni tunisino, sbarcato in Italia a settembre e poi clandestino in Francia da pochi giorni - è entrato nella basilica di Notre-Dame in pieno centro di Nizza, dove c'erano pochissimi fedeli e il sagrestano Vincent. Non c'era alcuna messa in corso.
Il tunisino si è avventato su una signora, una sessantenne, e ha compiuto lo stesso gesto costato la vita due settimane fa al professor Samuel Paty che aveva mostrato in classe le caricature di Maometto: le ha tagliato la testa. Il sagrestano, 55 anni, Vincent Loques si è avvicinato ed è stato sgozzato a sua volta. È toccato poi a un'altra donna, di 44 anni. Ha resistito alle coltellate ed è fuggita dal portone della chiesa dirigendosi, alla ricerca di un riparo, verso il bar più vicino. Poco dopo però è morta anche lei. Un testimone ha chiamato i soccorsi, collegati al posto di pubblica sicurezza più vicino, quello della polizia municipale.
Vincent Loques
Sono stati quattro poliziotti delle squadre locali di Nizza a entrare in azione, appena 10 minuti dopo la strage, alle 9.10: individuato il killer, lo hanno neutralizzato aprendo il fuoco e sparando 14 proiettili. L'uomo, ferito alla spalla, è stato medicato sul posto prima di essere trasferito in ospedale, dove è ricoverato in prognosi riservata.
«Mentre lo medicavano davanti a noi - ha raccontato il sindaco di Nizza, Christian Estrosi - continuava a ripetere in modo incessante 'Allah Akbar'».
Il pesantissimo clima in cui è ripiombato il Paese è costato carissimo a un uomo, probabilmente uno squilibrato, che si è diretto con un coltello verso i poliziotti ad Avignone. Gli agenti hanno reagito a vista e l'uomo è rimasto ucciso sul posto. Un altro allarme è scattato a Lione, dove un afghano con un coltello è stato fermato in strada. Ma l'immagine che rende più di tutte l'idea della Francia in queste ore, è quella di Jean Castex, il primo ministro, che viene informato dall'attentato di Nizza mentre sta spiegando nell'emiciclo dell'Assemblée Nationale i dettagli del lockdown. Con la mascherina sul volto, dopo un minuto di silenzio con i deputati, abbandona tutto per raggiungere il ministro dell'Interno Gerald Darmanin alla cellula di crisi.
Non segue Macron a Nizza - il presidente viene accompagnato dal ministro della Giustizia, Eric Dupond-Moretti e da Darmanin - perché deve tornare in Parlamento per il voto sul lockdown. Fra le reazioni più dure, quella di Marine Le Pen: «Serve una legge di guerra per rispondere alla guerra che gli islamisti ci hanno dichiarato». E quella di Guillaume Peltier, vicepresidente dei Republicains: «È la guerra: annientiamo il nemico, proteggiamo il nostro popolo, salviamo la nostra civiltà». Fra gli osservatori che si avvicendano negli studi televisivi per commentare la situazione più grave in cui si trova la Francia nella storia recente circola un'unica ipotesi, paradossalmente di segno positivo: che il lockdown in vigore da mezzanotte - svuotando le strade e i luoghi pubblici del Paese - renda più difficile ai terroristi la ricerca di nuovi bersagli.
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Il Mattino