Serrata in tutta Roma, banchi chiusi e operatori in piazza. Torna l'incubo della Bolkestein, in protesta anche gli stabilimenti balneari. Ieri i banchi di ortofrutta e le...
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E ieri mattina, oltre allo sciopero che ha visto serrande abbassate e ombrelloni chiusi da Campo de Fiori al mercato di Testaccio da piazza Enrico Fermi al mercato di Val Melaina, la protesta è divampata nella manifestazione in piazza della Repubblica. Area blindata, traffico deviato e migliaia di operatori in strada, provenienti da tutta Italia. Tra i gruppi più nutriti, quello della Puglia che è arrivato in corteo direttamente dai binari della vicina stazione Termini. Con un solo motto: No Bolkestein scritto a caratteri cubitali su centinaia di bandiere bianche distribuite sulla piazza e a seguire tanti striscioni con su scritto per il futuro di 200mila famiglie e ancora fuori i mercati dalla Bolkestein.
A farsi portavoce della protesta, il presidente del Goia, Gruppo organizzato indipendente ambulanti, Giancarlo Nardozzi: «Il nostro obiettivo è uscire da una direttiva che mette a repentaglio la nostra attività: ci vendono alle grosse distribuzioni e ai bandi le attività che ci siamo comprati, dicono che sono concessioni ma noi tra licenze e atti siamo sempre dal notaio, proprio come tutte le attività. Anche l'Antitrust contesta l'intesa voluta dai sindacati e che ci ha dato ragione perché non ci tutelava».
Contemporaneamente gli operatori degli stabilimenti balneari erano in protesta, sempre contro la Bolkestein, in piazza Montecitorio: «Chiediamo al governo di aprire una vertenza con l'Ue ha commentato Giorgia Meloni di FdI scesa in piazza con i manifestanti - per togliere queste due categorie dalla direttiva Bolkestein perché sono delle specificità italiane. Altre nazioni lo hanno fatto, come nel caso dell'Olanda con i mercati dei fiori, e Spagna e Portogallo con i balneari e dunque può e deve farlo anche l'Italia». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino