«Siamo vicini a una svolta storica per il futuro dell'Europa: io e Viktor, ognuno nel proprio campo, stiamo lavorando per un'alleanza che escluda i socialisti. Oggi...
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Lo stesso Salvini chiarisce che non sta chiedendo al premier magiaro di lasciare il Ppe, ma certamente tra i due qualcosa si sta muovendo. I cronisti chiedono se questo vertice rappresenti un cambio nella politica estera italiana. «Il Presidente del Consiglio - risponde Salvini - sta incontrando un altro premier, Tria in Cina, sempre Conte ha fatto visita a Trump. È una politica estera a 360 gradi, puntiamo a non avere nemici, per rilanciare l'economia». Un appuntamento politicamente rilevante, questo in Prefettura, contro cui, per la prima volta, la sinistra unita è in piazza, in migliaia a San Babila, a manifestare a favore dell'accoglienza e l'integrazione. Contro di loro, la reazione infastidita del ministro dell'Interno: «La sinistra non può decidere chi devo incontrare o no. Sono sorpreso della loro sorpresa, poi - conclude - non possono sorprendersi se la gente non li vota più», Un feeling forte quello tra il segretario leghista e Orban, oggi in cravatta verde, non solo politico ma anche personale. «Se si presentasse da noi vincerebbe le elezioni, meno male che non lo fa...», ironizza il premier ungherese. E ancora, ricorda la simpatia nata nei banchi del Parlamento di Strasburgo: «quando tutti ci attaccavano, Matteo ci difese. Noi non dimentichiamo», prosegue. E Salvini replica con altrettanta gentilezza: «sono qui da segretario di partito e da milanista, visto che la prima visita in Italia di Viktor è stata a Milanello».
Lui stesso, al termine del suo pranzo a Brera, ha assicurato di aver chiesto e ottenuto il «permesso» di vedere Salvini direttamente da Berlusconi.
E ammonisce che «se non cambieranno le regole di alcune missioni internazionali e navali», il governo a «farne anche a meno», pur di andare contro chi «incredibilmente qualcuno prima di noi firmò un accordo per far arrivare tutti i migranti in Italia». Contro l'asse Lega-Orban nessun commento da parte di M5s. Ma a volte il silenzio è rumoroso. Si scatena invece l'opposizione: il leader dem, Maurizio Martina lancia l'allarme contro «chi vuole riportare l'Europa agli anni '30». Molto duro anche Roberto Speranza (Leu): «Orban e Salvini soffiano sulle paure di tanti. Pensano di farci tornare al passato peggiore dell'Europa, ma non ci riusciranno». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino