Pakistan, attacchi al vincitore Imran Kahn, i partiti sconfitti: «Elezioni da ripetere»

Pakistan, attacchi al vincitore Imran Kahn, i partiti sconfitti: «Elezioni da ripetere»
In Pakistan, mentre i dati elettorali consolidano la vittoria del partito Pti dell'ex campione di cricket Imran Khan con almeno 115 seggi su 272, alcuni dei partiti sconfitti...

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In Pakistan, mentre i dati elettorali consolidano la vittoria del partito Pti dell'ex campione di cricket Imran Khan con almeno 115 seggi su 272, alcuni dei partiti sconfitti si sono riuniti in una conferenza a Islamabad, al termine della quale hanno diramato una dichiarazione congiunta nella quale respingono il risultato, che ritengono frutto di intimidazioni, violenze e brogli, e chiedono che la consultazione venga ripetuta in modo «trasparente».


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Fra quelli che non ci stanno, c'è anche la Lega musulmana Nawaz (Pml-N), secondo classificato, dell'ex premier Nawaz Sharif, da alcuni giorni in carcere per una condanna per corruzione da molti considerata pretestuosamente costruita dai militari da dietro le quinte, e l'Mmap del maulana Fazlur Rehman e vari altri. «Noi respingiamo totalmente le elezioni del 25 luglio. Non le consideriamo frutto della volontà popolare, ma un furto della volontà popolare», ha dichiarato Rehman, che ha detto che la strategia decisa è di inscenare manifestazione di protesta in tutto il Pakistan. «Non lasceremo che la democrazia sia tenuta in ostaggio da alcun ordine costituito», ha aggiunto. Quanto al liberale Ppp del figlio di Benazir Bhutto, terzo classificato nel voto di mercoledì, non ha partecipato all'assemblea e porterà avanti la sua campagna di protesta.

La missioni di osservatori dell'Ue che ha monitorato campagna e voto, ha detto che, malgrado miglioramenti legislativi e logistici e la presenza di una commissione elettorale più trasparente che in passato, il voto «ha subito l'influenza negativa dell'ambiente politico», lamentando la mancanza di pari opportunità fra le forze politiche in campo, «interferenze» del potere giudiziario e limitazioni alla libertà di parola.
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Il Mattino